Spunta una pistola dell’esercito nazista in uno scatolone nella facoltà di Agraria

Spunta una pistola dell’esercito nazista in uno scatolone nella facoltà di Agraria
Spunta una pistola dell’esercito nazista in uno scatolone nella facoltà di Agraria
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Giovedì 20 Febbraio 2020, 07:21

ANCONA -  La pistola usata dai militari della Germania nazista nascosta in uno scatolone “parcheggiato” all’università. È l’inquietante ritrovamento fatto nei giorni scorsi alla facoltà di Agraria della Politecnica. Ha consentito di far venire alla luce una Walther P38 carica e almeno un centinaio di proiettili. Stando ai primi rilievi compiuti, l’arma è di fattura tedesca e risalirebbe al 1943, nel pieno della Seconda Guerra Mondiale.

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La P38 è conosciuta sia per essere stata la pistola d’ordinanza dell’esercito tedesco durante il periodo hitleriano, ma anche per essere stata associata agli assassinii compiuti durante gli Anni di Piombo. L’arma è stata rinvenuta con massimo stupore da un professore universitario che stava aprendo alcuni scatoloni mentre si trovava nei locali della facoltà di Agraria. Quei contenitori, pochi giorni prima della scoperta, erano stati prelevati da un’università toscana per motivi di lavoro, ma non erano stati dischiusi o ispezionati. All’interno dovevano esserci strumenti e utensili da poter utilizzare all’interno del dipartimento. Dunque, dispositivi tecnici.

Dopo il ritiro dalla Toscana, le scatole sono rimaste qualche giorno “parcheggiate” ad Agraria. Quando sono state aperte, oltre alla strumentazione che effettivamente doveva esserci, è sbucata fuori pure la pistola tedesca, con tanto di proiettili. Il professore, appena vista l’arma, ha immediatamente allertato i carabinieri. Sono andati al polo di Monte Dago e hanno posto sotto sequestro sia la P38 che le munizioni. Ovviamente, il docente non è stato denunciato, essendo completamente ignaro della presenza dell’arma. Stando ai primi rilievi, è di fabbricazione tedesca, databile 1943 e perfettamente funzionante. La pistola verrà inviata nei prossimi giorni agli specialisti del Ris di Roma che dovranno analizzarla per valutare se è stata messa in funzione di recente o se è stata utilizzata per commettere qualche reato. Le domande attorno alla P38 sono molteplici: la pistola era già nel complesso di scatoloni prelevati in Toscana oppure qualcuno l’ha nascosta nel periodo in cui sono state tenute nell’università dorica? E poi, come c’è finita un’arma prodotta dalle industrie del Terzo Reich fino ai giorni nostri?

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