Ancona, il grido di dolore degli sfollati del terremoto: «Dimenticati da mesi in hotel»

Ancona, il grido di dolore degli sfollati del terremoto: «Dimenticati da mesi in hotel»
Ancona, il grido di dolore degli sfollati del terremoto: «Dimenticati da mesi in hotel»
di Mirco Donati
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Mercoledì 1 Febbraio 2023, 08:07 - Ultimo aggiornamento: 11:05

ANCONA - Si sentono dimenticati in hotel dal terremoto del 9 novembre. Alza la voce Carlo Terracciano, insegnante di lettere al Liceo Rinaldini, uno degli esodati di Ancona che si ritrovano senza casa dopo la scossa del 5.7 alle 7.07 del mattino. «La matematica non è il mio forte, ma due semplici calcoletti li riesco a fare – scrive al Corriere - Il Comune paga 45 euro a persona al giorno e del mio palazzo siamo in cinque. Risultato, 225 euro al giorno. Per tre mesi fanno 22.050 euro. Bastavano e avanzavano per rendere almeno agibile l’immobile».

Invece no.

Il Comune aspetta la Regione, la Regione aspetta il Governo, il Governo aspetta non si sa che cosa «e noi ce ne stiamo qui, pure noi ad aspettare», sottolinea con disappunto. «Ora, gli esperti di sismologia e geologia consigliano di adeguare gli edifici, ma forse non sanno che le ditte non si trovano, che le banche non cedono i crediti, che il governo non ci pensa nemmeno a stanziare fondi e che tutto è bloccato. A me hanno detto di no circa cinquanta aziende. E noialtri ce ne restiamo qui, ad aspettare Godot».

Altro che educazione civica

Il docente, residente in un appartamento di una palazzina al civico 20 di via Rossini, chiama in causa anche la Costituzione. «Si dà il caso che io insegni lettere. Ebbene, il Governo vuole che si faccia educazione civica. Io esulto e provvedo. Poi però mi trovo davanti all’articolo 2 della Costituzione, quello della solidarietà economica e sociale. Come potrei parlarne in classe senza al contempo sentirmi profondamente ridicolo? Catone, a Roma, si meravigliava che un aruspice riuscisse a non ammazzarsi dalle risate, incrociando un altro aruspice. Ecco, mi sento come i due aruspici. E allora direi che ci venissero i vari ministri a fare un finto panegirico in classe». E chi ha l’affitto in scadenza sta ancora peggio. «A uno dei miei coinquilini è scaduto il contratto di affitto e il Comune gli ha dato dieci giorni di tempo per trovare un alloggio alternativo - dice Terracciano, ora ospite all’albergo Argentina di Senigallia insieme alla moglie - Di fatto lo Stato ci condanna a vivere tra le macerie. Da quel che so almeno un centinaio di famiglie sono nelle nostre stesse condizioni. Ho scritto due volte al Comune ma nessuno mi ha mai risposto. Siamo nella totale e assoluta mancanza di aiuto».

La risposta del Comune

Risposta affidata a Stefano Foresi, assessore alla Protezione Civile del Comune di Ancona. «In tutto sono 66 i palazzi con danni gravi certificati dai vigili del fuoco ma la Protezione Civile regionale non ci ha ancora dato la calamità naturale. Proprio ieri abbiamo spedito la terza pratica dopo quelle del 18 novembre e del 16 dicembre. Nessuno è stato abbandonato, noi stiamo facendo il massimo e ogni spesa è a carico del Comune. Spero che lo Stato sblocchi al più presto la situazione».

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