Scuola e trasporti in sicurezza, che rebus: la prefettura chiede orari scaglionati ma i presidi non sono favorevoli

Scuola e trasporti: un rebus difficile da risolvere
Scuola e trasporti: un rebus difficile da risolvere
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Lunedì 28 Dicembre 2020, 05:25

ANCONA - L’assist è arrivato dal ministero della Salute: dal 7 al 15 gennaio le lezioni in presenza garantite per le scuole superiori di tutta Italia dovranno essere del 50%. L’ordinanza firmata dal ministro Roberto Speranza nel giorno della vigilia è un regalo di Natale per le province, come quella di Ancona, disperatamente in cerca di una soluzione per il rientro in classe in sicurezza. Che, alla luce di questa novità, non sarà un problema per la prima settimana di lezioni. Ma dal 16 gennaio che si fa? Il rebus è irrisolto perché il tema del rientro s’intreccia con quello dei trasporti e del Covid: un nodo gordiano, apparentemente inestricabile senza uno sforzo da parte dei dirigenti scolastici.  

 
Sul tavolo della prefettura è pronto un documento destinato a Comuni, Provincia e Ufficio scolastico nel quale si sollecitano le scuole dell’intera provincia a rendersi disponibili, per almeno il 20-25%, a organizzare ingressi e uscite scaglionate degli studenti.

Sembra l’unico strumento per garantire trasporti in sicurezza, con un limite di capienza del 50% sui mezzi pubblici. Finché la Dad sarà al 50% il piano messo in piedi può funzionare. Ma che succederà da metà gennaio se non dovesse essere prorogata l’ordinanza ministeriale firmata il 24 dicembre? Se ne discuterà nelle prossime ore: tra oggi e domani è previsto un nuovo tavolo (da convocare) della prefettura con tutti gli stakeholder in materia di scuola e trasporti. Le tre riunioni in tre giorni, convocate prima di Natale, evidentemente non sono state sufficienti per raggiungere un accordo. 


La preoccupazione è nelle parole dell’assessore comunale Stefano Foresi. «Siamo pronti a mettere in campo 43 mezzi aggiuntivi più 15 presi a noleggio da operatori privati per fronteggiare l’emergenza - spiega -. Andranno a sommarsi ai 200 autobus normalmente a disposizione del consorzio Atma in tutta la provincia. Incrementeremo l’offerta con una quarantina di corse e con l’impiego di una ventina di steward». In questo modo verrà toccato il massimo della flotta disponibile. «Ma il piano dei trasporti è sufficiente fino a che le lezioni in presenza si manterranno al 50% - avverte Foresi -. Nel momento in cui verranno portate al 75%, servirà uno sforzo maggiore non da parte delle aziende di trasporti, ma dei dirigenti scolastici». Il corollario è un appello rivolto ai presidi. «Comprendo i problemi e le difficoltà nel gestire orari scaglionati, ma mi auguro che ci sia maggiore sensibilità da parte delle scuole perché altrimenti non ne verremo a capo, a meno che il Governo non decida per una proroga del provvedimento per la seconda metà di gennaio». 


Il problema è proprio questo: la ritrosia dei dirigenti scolastici. Nell’ultima riunione prima di Natale con la prefettura era emerso che solo un 3% delle scuole della provincia dorica aveva manifestato disponibilità a differenziare gli orari d’ingresso e d’uscita. I presidi sono scettici: far entrare gruppi di alunni alle 10,30 significa trattenerli in classe fino alle 4 del pomeriggio. E chi non ha una mensa a disposizione? Si possono costringere gli studenti a portarsi il pranzo al sacco da casa? E come si fa a mangiare sui banchi rispettando le regole anti-Covid? Una soluzione alternativa pensata dal Comune è il trasporto su chiamata: dal 7 gennaio partirà la sperimentazione “6 Smart”, un servizio dedicato sulla linea 6 per gli studenti delle Donatello e dei licei Rinaldini, Savoia-Benincasa e Mannucci. Viaggio e orario si prenotano via app, fino ad esaurimento posti. Bell’idea, ma non può bastare.  

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