Test rapidi per 30mila anconetani in 10 giorni: al via lo screening di massa, ma è una corsa contro il tempo

Il 18 dicembre partirà ad Ancona lo screening di massa
Il 18 dicembre partirà ad Ancona lo screening di massa
3 Minuti di Lettura
Lunedì 14 Dicembre 2020, 05:30

ANCONA - Trecento tamponi all’ora, 3mila al giorno, 30mila nell’arco dell’intera campagna che, se riscuoterà una buona adesione, potrebbe essere ripetuta a gennaio. Perché l’obiettivo è “screenare” quanti più anconetani possibile e non fermarsi al 30% della popolazione. Nella provincia autonoma di Bolzano, ad esempio, hanno superato il 60%. Ecco, raggiungere quella quota sarebbe davvero un successo. 

 

Ma per un capoluogo di 100mila abitanti servirebbe un’organizzazione imponente per avvicinarsi a certi numeri. Il problema è proprio questo: i tempi stringono, ci sono solo quattro giorni per mettere a punto la macchina. Si parte venerdì, occorre bruciare le tappe e risolvere il rebus dell’accoglienza: ad oggi ancora non si sa come verranno reclutate le persone che, su base volontaria e a titolo gratuito, vorranno sottoporsi al test rapido antigenico per escludere la positività al Covid. Se ne discuterà oggi alle 14 in un sopralluogo di Comune, Asur e Protezione civile al Palaindoor, unica sede deputata per lo screening di massa voluto dal governatore Acquaroli. 

Il maxi monitoraggio serve a mappare il virus e individuare gli asintomatici. A loro è destinata l’indagine collettiva, non certo a chi già il Covid l’ha avuto di recente o a chi presenta sintomi ad esso riconducibili (febbre, problemi respiratori, ecc.): questa categoria di persone è esclusa dallo screening (dovranno seguire il percorso diagnostico classico, contattando il proprio medico di base), così come chi è in quarantena o in isolamento fiduciario, chi ha già prenotato un tampone molecolare, chi è in malattia per altri motivi e chi si sottopone regolarmente al tampone per motivi professionali, oltre alle persone ricoverate in strutture sanitarie e Rsa. 

L’organizzazione è molto complessa. Le date, innanzitutto: prima fase dal 18 al 23 dicembre, seconda dal 27 al 30. Gli orari: 8-20 con due turni no-stop (salvo pause per la sanificazione). Le postazioni: saranno almeno 16-18, forse 20, dipende dal personale medico e infermieristico messo a disposizione dall’Asur in collaborazione con Protezione civile, Croce Rossa e Anpas. Verranno dislocate all’interno del Palaindoor, dove la Fidal (la federazione di atletica concessionaria dell’impianto) provvederà a coprire la pista con appositi tappetini protettivi. 

Resta il dilemma dell’accoglienza.

Bisognerà prenotarsi? Se sì, come? «Sarà un lavoro di squadra con l’Asur, i nostri uffici, il personale di anagrafe, Urp, toponomastica e informatica - spiega l’assessore Stefano Foresi -. C’è da scegliere la procedura con cui invitare gli anconetani a sottoporsi al test per evitare assembramenti e momenti vuoti e ottimizzare le risorse per una campagna importantissima per la prevenzione». L’ipotesi più plausibile? Un quartiere al giorno (9 Ctp più le frazioni) per 10 giorni, partendo dal Piano, il più popoloso, suddividendo le vie per fasce orarie. «Il risultato del tampone verrà fornito in 15-20 minuti - fa presente Foresi -. Chi è positivo, andrà al piano superiore del Palaindoor per la conferma con il drive test molecolare. Si tratta di un’organizzazione complessa, è un grosso impegno: ma noi siamo qui a collaborare». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA