Screening di massa, scatta il count down: sopralluogo al Palaindoor ma la convocazione dei volontari resta un rebus

Il sopralluogo al Palaindoor
Il sopralluogo al Palaindoor
di Stefano Rispoli
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Martedì 15 Dicembre 2020, 05:50

ANCONA - Dopo il terremoto e il bomba day, il Palaindoor si prepara ad una nuova emergenza: lo screening di massa voluto dalla Regione. Sulla morbida pista d’atletica, dove si sono svolti due campionati europei e dove Gimbo Tamberi - il più illustre degli “sfrattati” - prepara la corsa alle Olimpiadi, fra tre giorni un’ottantina di medici, infermieri, Oss e volontari processeranno qualcosa come 300 tamponi all’ora. È una delle più imponenti campagne sanitarie degli ultimi tempi, pensata per tracciare la diffusione del Covid tra la popolazione anconetana e intercettare per tempo gli asintomatici.

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Ma è anche una corsa contro il tempo perché restano poche ore per mettere a punto ogni dettaglio: il rischio di assembramenti o, al contrario, di tempi morti (dipenderà dall’adesione) è concreto, per questo serve oliare adeguatamente la macchina organizzativa. 

Il grosso dei problemi è stato affrontato nel sopralluogo-fiume di ieri pomeriggio, coordinato dall’assessore Stefano Foresi con la presenza di vertici di Asur, Protezione civile regionale e comunale, dei tecnici e di Giuseppe Scorzoso, presidente marchigiano della Fidal (la federazione di atletica leggera) accompagnato dal consigliere regionale Leonardo Sanna. «Lì andranno venti postazioni orizzontali» spiegava a tutti Foresi, con l’indice puntato verso il centro dell’impianto. «Qua invece i banchi dell’accoglienza». Planimetria in mano, è stato un pomeriggio di istruzioni. Gli slot per i tamponi sono quasi triplicati rispetto alle previsioni iniziali perché l’Asur ha voluto alzare l’asticella: l’obiettivo è “screenare” 30mila anconetani nel giro di 10 giorni, in due finestre, dal 18 al 23 e dal 27 al 30 dicembre, al ritmo di 3mila test al giorno con doppio turno continuato 8-14 e 14-20. Lo sforzo organizzativo è enorme e si vedeva anche dalle espressioni preoccupate di chi ha partecipato al sopralluogo di ieri. Verranno impiegati 40 tra medici e infermieri per ciascun turno, esclusi gli operatori e i volontari di Croce Rossa, Anpas e Protezione civile. 

I lavori verranno svolti tra oggi e domani. Servirà un giorno intero per posare un tappeto protettivo su tre quarti della pista, le cui curve verranno abbassate meccanicamente. Verranno allestiti collegamenti elettrici ed informatici al servizio degli operatori che avranno a disposizione 4 spogliatoi più due adibiti a magazzino. Giovedì si svolgeranno le prove generali per testare il corretto funzionamento dell’organizzazione predisposta in fretta e furia. Il tempo stringe, ma per venerdì alle ore 8 sarà tutto pronto, anche se nel giorno del debutto si partirà con un numero ridotto di test rispetto alle previsioni, al massimo 200, in modo da verificare la risposta della macchina organizzativa. 

Nel sopralluogo di ieri è stata messa a punto anche la procedura di accoglienza. I volontari che decideranno di sottoporsi al test rapido antigenico (gratuito) entreranno da un unico ingresso, al piano -1, dal parcheggio lato Coop. Dopo la misurazione della temperatura, saliranno due rampe di scale (con possibilità di usare l’ascensore) per accedere alla pista d’atletica. Qui troveranno 5 tavoli per l’accettazione: dovranno esibire un documento d’identità o la tessera sanitaria e consegnare i moduli (scaricabili dal sito del Comune e dell’Asur) per la privacy e per la partecipazione al test. A ciascuna persona verrà assegnato un numerino per la chiamata. Eseguito il tampone rapido, bisognerà aspettare la risposta (entro 15-20 minuti) in un’apposita area. Se l’esito è negativo, si può raggiungere l’uscita. In caso di positività al Covid, occorrerà recarsi al drive-through del parcheggio esterno per la controprova. 
 
Resta da risolvere il rebus della convocazione. Oggi il gruppo di lavoro tornerà a riunirsi per decidere la strategia da adottare. In altre città, a Pesaro ad esempio, si è deciso di optare per la chiamata dei volontari in base alla densità abitativa dei vari quartieri, partendo dal più popoloso. Probabilmente ad Ancona verrà adottato un criterio simile: un quartiere al giorno, partendo dal più affollato, il Piano, assegnando un gruppo di vie ad una determinata fascia oraria. Non è escluso, però, che si possa privilegiare l’ordine alfabetico delle famiglie. Tra le varie idee, c’è quella di allestire un sistema di prenotazione tramite numero di telefono o un’app: l’ufficio informatico del Comune sta valutando la fattibilità della proposta. Certo servirà un importante battage mediatico per informare gli anconetani su turni e organizzazione. E chi non potesse presentarsi a un certo orario? Chi non può spostarsi per problemi di salute o per mancanza di mezzi? Si sta pensando di mettere in piedi un servizio di trasporto dedicato. Un concetto importante va ribadito: questo screening è dedicato agli asintomatici, in modo da tracciare il virus. Non può presentarsi chi è ricoverato in strutture sanitarie o Rsa, chi ha sintomi riconducibili al Covid, chi ha già prenotato un tampone molecolare, chi ha meno di 6 anni, chi è in isolamento o in malattia, chi recentemente è risultato positivo e chi esegue regolarmente test per motivi professionali. 
 

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