Interventi al fegato con il joystick, entro tre giorni a casa: con il robot Da Vinci Torrette leader in Italia in chirurgia mininvasiva

Interventi al fegato con il joystick, entro tre giorni a casa: con il robot Da Vinci Torrette leader in Italia in chirurgia mininvasiva
Interventi al fegato con il joystick, entro tre giorni a casa: con il robot Da Vinci Torrette leader in Italia in chirurgia mininvasiva
di Michele Rocchetti
3 Minuti di Lettura
Venerdì 25 Marzo 2022, 09:00

ANCONA  - A casa nel giro di tre giorni grazie alla mano del robot. Dall’inizio dell’anno l’attività della Clinica di Chirurgia Epatobiliare, Pancreatica e dei Trapianti degli Ospedali Riuniti di Ancona ha fatto un ulteriore passo in avanti in seguito all’impiego del sistema robotico Da Vinci Xi, già utilizzato a Torrette per interventi di urologia e al colon, ma ancora mai per operazioni estremamente complesse come quelle al fegato o al pancreas. 


«La chirurgia robotica prevede modalità di accesso all’addome identiche a quelle di un intervento in laparoscopia, attraverso piccoli fori – spiega il professor Marco Vivarelli, direttore della Clinica - soltanto che le strumentazioni introdotte in questo modo, invece di essere maneggiate direttamente dal chirurgo al tavolo operatorio, vengono manovrate da una consolle tramite un joystick».

Questo permette di eseguire suture anche molto complesse. «Il principale vantaggio – sottolinea il professore – è un’ulteriore riduzione dei tempi di degenza. Si pensi che l’ultimo paziente l’abbiamo operato venerdì e domenica era già fuori dall’ospedale».


Ma secondo Vivarelli la vera rivoluzione nel settore della chirurgia epatobiliare e pancreatica si è avuta 5 anni fa con l’adozione dell’approccio mininvasivo: «Fino ad allora si riteneva che più il taglio fosse grande, più l’intervento al fegato o al pancreas, organi assai complessi, dove un’incisione sbagliata può essere fatale, fosse sicuro. In realtà l’intervento in laparoscopia, preceduto da un’ecografia intraoperatoria, può essere molto più preciso». Richiede una pianificazione oculata. «Fummo tra i primi ad adottare quest’approccio - rivela il professore – e ora, degli oltre 100 interventi al fegato e 50 al pancreas che effettuiamo ogni anno, circa l’80% sono in chirurgia mininvasiva, cosa che ci rende leader nazionali in questo campo».

L’utilizzo del robot alza però l’asticella. «L’innovazione a beneficio del paziente rende le nostre strutture più attrattive – osserva il direttore generale degli Ospedali Riuniti, Michele Caporossi – e questo innesca un circolo virtuoso. Più casi vengono trattati, più cresce la specializzazione e più risorse arrivano». Vale anche per la facoltà di Medicina della Politecnica delle Marche, dove gli studenti vengono attirati dalla presenza di gruppi di lavoro come quello di Vivarelli. «Laddove esiste l’eccellenza bisogna valorizzarla» afferma il rettore Gian Luca Gregori. 


E così la pensa anche l’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini: «È necessario che i cittadini sappiano che a Torrette si fanno cose come in pochi altri ospedali al mondo. Ed è necessario che le risorse a disposizione vengano allocate in maniera che siano il più fruttuose possibile. La partita tra sanità pubblica e privata si gioca sui livelli di produttività». Saltamartini ha riferito che la Regione rinnoverà fino a giugno i contratti del personale sanitario, circa 800 persone di cui 200 medici, assunto per l’emergenza Covid, esclusi pensionati e Cococo. Caporossi: «Il Covid c’è ancora. Bisogna insistere con le terze dosi di vaccino».

© RIPRODUZIONE RISERVATA