Saldi e incassi in pericolo: l’ipotesi della zona arancione è l'incubo dei commercianti

Saldi e incassi in pericolo: l’ipotesi della zona arancione è l'incubo dei commercianti
Saldi e incassi in pericolo: l’ipotesi della zona arancione è l'incubo dei commercianti
di Andrea Maccarone
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Mercoledì 13 Gennaio 2021, 10:08

ANCONA  - Imprese sul piede di guerra. Lo spettro dell’ulteriore stretta sull’asporto dopo le 18 e il rischio del rientro in zona arancione in corrispondenza dell’avvio dei saldi mette in forte agitazione il commercio. Le categorie faticano a tenere buoni gli animi degli imprenditori ormai strozzati dalla crisi. Clima rovente Si gioca tutto in un paio di giorni. A breve, infatti, il governo si esprimerà sulla possibile limitazione all’asporto per bar e ristoranti dopo le 18. E nel fine settimana sapremo se le Marche torneranno in fascia arancione, oppure no. 

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Una combinazione di jab e diretto che potrebbe mettere definitivamente ko il settore.

Il clima è teso. Anzi, rovente. «I dati sul contagio non sono rassicuranti, è vero – afferma il prof. Massimiliano Polacco, direttore Confcommercio Marche Centrali – ma bisogna indagare sul perché l’andamento qui da noi è in aumento. Con tutto che negozi e ristoranti sono sotto stretta osservazione e ormai senza affluenza, il contagio non va scemando. Ciò significa che non sono quelli i veicoli. Dunque bisogna andare a guardare su altri canali. Le attività produttive sono garanzia di sicurezza, deve essere chiaro questo».

«La misura è davvero colma – seguita Marco Pierpaoli, segretario generale 
L’atmosfera in giro è piuttosto elettrica. La tensione crescente potrebbe sfociare in manifestazioni di protesta. E’ un sentore, questo, che si avverte un po’ su tutto il territorio nazionale. «Regnano confusione e nervosismo – afferma Massimiliano Santini, direttore di Cna Ancona – non condividiamo, in un momento come questo, le manifestazioni frutto di uno spontaneismo di piazza pericoloso». L’annuncio di alcuni ristoratori che vogliono aprire al pubblico in orario serale per protestare contro le misure restrittive preoccupa non poco. «Qui rischia di venire meno il sistema – continua Santini – i corpi intermedi devono fare da cuscinetto. E’ necessario che le istituzioni ci diano una mano per evitare che il malessere sfoci in qualcosa che può diventare difficile da contenere».

«Non è andando in piazza che risolviamo i problemi – aggiunge Pierpaoli – ma è il segnale che la situazione è esasperata». Entro venerdì il governo varerà il nuovo Dpcm che vedrebbe una nuova colorazione delle regioni italiane. E tra quelle a rischio arancione ci sono anche le Marche. Un duro colpo che potrebbe essere assestato ai danni del commercio che si avvia, proprio in quei giorni, ad inaugurare la stagione dei saldi. «Intanto continuiamo a sperare che il cambio di colorazione non ci riguardi – auspica il prof. Polacco – anche perché ci aspettiamo un grande slancio per la prima settimana di saldi che vorrebbe dire un po’ di ossigeno per tutte quelle attività dei centri commerciali che sono state penalizzate dalle chiusure durante i weekend, festivi e pre-festivi. Non è giusto che da questo grande evento di marketing ne traggano benefici solo alcuni». 


L’impressione è che le attività produttive non seguano più i segnali e gli orientamenti della categoria, ma ognuno vada per la sua strada in maniera disomogenea. Tra chi sceglie di restare chiuso anche in zona gialla e chi, invece, tenta di approfittare dei timidi spiragli di luce, c’è anche chi rischia di abbassare le serrande per sempre. «Molti stanno valutando di chiudere definitivamente – afferma Pierpaoli – sarebbe il fallimento delle istituzioni e di tutti. Il tessuto economico si è impegnato al rispetto delle regole. Ora facciamoli lavorare». «Facciamo fatica a far comprendere alle imprese che il governo sta facendo di tutto per contenere la pandemia e prefigurare un ritorno alla normalità – dice Santini – abbiamo bisogno che vengano stanziate subito le risorse in termini di ristori, altrimenti sarà dura arginare l’onda di protesta».

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