Ruspe in azione in piazza d'Armi, si gettano le basi per il nuovo mercato. Gli operatori: «Adesso non deludeteci»

Ruspe in azione in piazza d'Armi, si gettano le basi per il nuovo mercato. Gli operatori: «Adesso non deludeteci». Ruspe in azione in piazza d'Armi
Ruspe in azione in piazza d'Armi, si gettano le basi per il nuovo mercato. Gli operatori: «Adesso non deludeteci». Ruspe in azione in piazza d'Armi
di Maria Cristina Benedetti
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Mercoledì 18 Gennaio 2023, 03:20

ANCONA - Il grande mercato del Piano esce dalle secche delle promesse disattese. Lo scatto in avanti lo suggeriscono le ruspe che da lunedì sono in azione in piazza d’Armi. È ufficiale: sono iniziate le prime demolizioni, propedeutiche all’avvio del cantiere che garantirà una riqualificazione invocata da residenti e commercianti. Con un intervento da 216mila euro verranno abbattuti i fabbricati compresi nel primo stralcio (lotto B1) e lì verranno ricavati i parcheggi per assicurare la normale accessibilità all’area durante i lavori per la ricostruzione del mercato attuale nell’ex campo sportivo. 


Delizie del palato. Accanto a formaggi e affettati, Daniele Duranti, piazza un’invitante lasagna. Volto abbronzato, sorriso accattivante, oltre il bancone del suo spazio-vendita rilancia la tradizione: «Cerchiamo di differenziarci, sono qui da 40 anni».

Sul nuovo che dovrebbe avanzare non si scoraggia: «Voglio essere ottimista. Da sempre si parla di questo progetto. Non si è mai fatto nulla. Ieri (lunedì, ndr) sono arrivate le ruspe». Eppur si muove: «Noi continueremo a lavorare qui in attesa che sia pronta la nuova struttura». Si concentra sui punti fermi. «Il Comune ci ha incontrati, abbiamo visto la pianta e abbiamo già il numero della postazione che occuperemo». Sul quando, le certezze sfumano: «I tempi non sono stati indicati». Non infierisce. «Questo luogo è ormai fatiscente, ma non conviene metterci le mani». La sua certezza: «La sindaca l’ha promesso. Stavolta ci siamo».

L'angolo del risparmio


Nel suo angolo del risparmio, un variopinto cartello invita a fermarsi in un coloratissimo banco di frutta e verdura. Rosanna Baccarini tenta di vedere positivo. «Insomma, sì, diciamo che sono ottimista». Cede un po’ allo sconforto: «Finché non vedo...». Come dimenticare gli inciampi su quella vecchia promessa. Lei c’era: «Sono qui da 12 anni, l’attività prima era di mio suocero». La sfiducia la zippa nel passaggio d’una favola attribuita a Esopo. «È come quando si grida al lupo al lupo. Stavolta ci vogliamo credere, non devono deluderci». Esalta il lavoro di squadra, di tutti. «Questo è un mercato completo, qui si trova la qualità». Sulla prospettiva che il cantiere possa fagocitare i parcheggi non guarda e passa. Piuttosto ricorda: «Già durante le feste di Natale, con le giostre che avevano occupato la zona dell’ex campo sportivo, ce n’erano ben pochi».

L'attesa

Sulla condizione fatiscente di quel vecchio tempio laico della quotidianità, ammette. «Verissimo, ma si tratta di aspettare un paio d’anni». Pazienza. 
Più si aspetta e più si rischia che l’investimento non dia gli effetti sperati. Saverio Binci, titolare di uno dei banchi di pesce, è sarcastico. «Ci credo dal 1995. Non lo hanno realizzato prima, lo faranno ora che i tempi sono più difficili? Proprio adesso che la zona è piena di supermercati?». Dal banco affianco un collega fa il controcanto: «Ricordo che nell’87 si era costituito addirittura un consorzio». Strategie rimaste a corto di fatti, sono la sintesi di quei commenti incrociati. Stavolta pare una storia diversa: «Voglio crederci».

I disagi

Binci allenta i nodi: «I disagi? Sono sopportabili se finalizzati a stare meglio». Va di corollario: «Servono spazi più ampi, non come adesso». Da dietro il banco la sua spalla, Stefano Mancinelli, mentre sistema una cassetta di pannocchie, si proietta con levità nel futuro prossimo: «Allieterò i nostri clienti con il suono della mia chitarra. Prometto». Grandi al mercato del Pia’. 


Sono 17 anni che Daniele Cosci, titolare del box macelleria, difende la posizione. «Abbiamo fatto degli investimenti importanti. Ho rilevato un altro locale, così nella nuova struttura avrò diritto a più spazio. Si deve fare». I dubbi tuttavia lo assalgono. «Spingono in direzione della grande distribuzione?». Vorrebbe suggerire la risposta: «Qui vicino, di fronte al Lidl c’è ancora la fermata provvisoria dell’autobus. È lì da un anno, da quando è stato aperto quel supermercato». Invita a seguirlo sul piazzale, lucido di pioggia, che si apre di fronte a quell’agorà in cerca di riscatto. «Vede? Da ieri (lunedì, ndr) hanno recintato la zona delle casette». Oltre quell’inferriata sono scattate le prima demolizioni. Allora ci crede. .

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