Ancona, rubò a Miranda il tesoro
del Passetto: ritorna dietro le sbarre

Ancona, rubò a Miranda il tesoro del Passetto: ritorna dietro le sbarre
di Lorenzo Sconocchini
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Martedì 11 Settembre 2018, 06:45
ANCONA - Già nel novembre 2013, quand’era ricercato con un ordine di cattura internazionale, Paolo Mazzieri per evitare che lo ammanettassero in pubblico nel suo buen retiro in Romania era tornato in Italia da solo per costituirsi, guidando un Suv Mercedes da 80mila euro, gentile omaggio della facoltosa proprietaria che avrebbe raggirato per anni. E anche domenica scorsa, dopo aver saputo che doveva scontare sei anni di carcere (il resto della pena, dopo i 12 mesi scontati in custodia cautelare) l’uomo si è consegnato spontaneamente presso il carcere milanese di Bollate, dove è stato arrestato in esecuzione della pena da espiare. Meglio la cella di un penitenziario italiano, deve aver pensato, che il carcere in Romania.
  
Mazzieri, osimano di 54 anni, è stato condannato - con pena divenuta definitiva nel maggio scorso - a 7 anni di reclusione per il reato di circonvenzione di incapace ai danni di Miranda Piermattei, ex proprietaria del ristorante Passetto, scomparsa nel luglio 2015 a 77 anni di età mentre era ospite di una casa di riposo a Grottammare.
 
L’uomo che le faceva da autista e factotum, con la complicità della sua amica romena Nicoleta Gal, secondo le sentenze passate in giudicato aveva approfittato della fragilità psichica dell’anziana per sottrarle gran parte del tesoretto accumulato dalla Piermattei con la vendita del ristorante Passetto, ceduto nel 2011 per due milioni di euro.
 
Le indagini, avviate nel dicembre 2012 dopo la denuncia di scomparsa presentata dai figli dell’anziana, erano state condotte dalla Squadra Mobile della questura di Ancona e, per la parte che ha riguardato gli accertamenti patrimoniali, dalla Guardia di Finanza di Ancona. Era emersa una storia davvero triste: l’autista e la dama di compagnia, tra il 2011 e il 2012, avevano accompagnato l’anziana, che viveva sola e alternava momenti di lucidità a fasi deliranti, in un vorticoso valzer di soggiorni da un hotel all’altro. L’avevano suggestionata, facendole credere che fosse coinvolta in un complotto internazionale e avesse addirittura bisogno della protezione dell’Fbi, in attesa di incontrare il presidente Usa Barack Obama. Uno dei figli denunciò di aver perso ogni contatto con la madre per una decina di giorni e Miranda venne rintracciata dalla Squadra mobile dorica in un albergo di Civitanova Marche, con indumenti ed effetti personali raccolti in grossi sacchi di plastica come usano i clochard.
 
Mazzieri, insieme all’amica Nicoleta Gal (condannata in abbreviato a tre anni e quattro mesi per gli stessi reati, pena già scontata) si sarebbe arricchito a forza di far firmare all’anziana, che si fidava di lui, bonifici e ordini di pagamento. Dai conti di Miranda Piermattei sparirono un milione e mezzo di euro, di cui almeno 650 mila finiti all’ex autista, che li avrebbe utilizzati per comprare terreni e una casa in Romania (ora sotto sequestrato) e un’auto da 80 mila euro e per fare vacanze in località esotiche. Durante la prima latitanza, durata circa un anno, Mazzieri e la sua amica Nicoleta si erano anche goduti una vacanza da Nababbi a Las Vegas, girando in limousine.
 
Il 27 novembre del 2013 i poliziotti della questura dorica, in collaborazione con l’Interpol, andarono a prendere Nicoleta in Romania, nella sua Oradea, mentre Mazzieri venne bloccato al volante del Suv pagato con i soldi di Miranda. Dopo aver scontato un anno di carcere in detenzione cautelare, l’autista tuttofare era tornato libero ed aveva trascorso un periodo in una Comunità di recupero per ludopatici: per difendersi in tribunale aveva dichiarato di aver bruciato gran parte dei soldi per il vizio del gioco. All’inizio del 2015 Mazzieri era rientrato in Romania, dove ha aveva preso da tempo la sua residenza. A maggio la sua condanna è divenuta definitiva in Cassazione e qualcuno deve avergli consigliato di tornare in Italia, prima che fosse spiccato un nuovo mandato d’arresto europeo.
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