ANCONA Bentornato giallo, colore della (quasi) normalità, con tutte le vecchie e care abitudini ritrovate: il caffè al bar, la “pastarella” al bancone, lo spaghetto al ristorante. Un lento ritorno alla vita. Lento perché il primo lunedì non arancione non ha fatto registrare un vero e proprio assalto ai locali, anche se per i ristoratori va più che bene come ripartenza. Nel gioco delle differenze, vince nettamente piazza del Papa. Il vuoto siderale del regno della movida è stato almeno in parte colmato dai dehors di AnBurger con i giovani seduti al tavolo a mangiare un panino: sembra di sognare.
«Noi non ci siamo fermati mai, asporto e domicilio hanno funzionato abbastanza bene - dice il titolare, Mauro Ugolini -. Un po’ di gente è venuta a trovarci, come primo giorno giallo non c’è male: almeno abbiamo ravvivato una piazza che è morta da mesi. La sensazione è che non dureremo a lungo: non sono ottimista sul futuro della pandemia». Impossibile fare previsioni, ma lo spauracchio generale è proprio questo: quanto resteremo in fascia gialla? «Non voglio neanche pensarci, se ci fanno chiudere di nuovo molti locali moriranno - sostiene Corrado Bilò della trattoria La Moretta -. Noi chiediamo solo di tornare alla normalità, di poter lavorare anche la sera, non solo a pranzo, Invece, veniamo trattati come untori, come se il Covid si diffondesse nei ristoranti. Il vero problema non siamo noi, che curiamo i minimi dettagli e siamo attenti su tutto, ma gli assembramenti in strada, lungo il corso, nelle piazze. Ora riapriamo con entusiasmo, anche se mi sembra una stupidaggine averci fatto ricominciare di lunedì, saltando l’ennesimo weekend, come se volessero farci un torto». Il giallo è il colore del risveglio. Ancora timido, perché lo smart working svuota gli uffici e tiene a casa masse di lavoratori. Ma nell’aria si avverte voglia di cambiamento.
Alla Degosteria di via Pizzecolli non c’è il boom, ma un discreto giro di clienti. «Le ordinazioni hanno ripreso un buon ritmo, voglio mandare un messaggio positivo: noi ci siamo e aspettiamo solo che finisca questo incubo - dice Danilo Sancillo, uno dei soci -.