Caro bollette ad Ancona, pane, pizza e dolci: che salasso dal fornaio

Caro bollette, pane, pizza e dolci: che salasso dal fornaio
Caro bollette, pane, pizza e dolci: che salasso dal fornaio
di Andrea Maccarone
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Sabato 10 Settembre 2022, 03:00

ANCONA - Il caro bollette fa lievitare il prezzo del pane. In media tutti i prodotti del comparto della panificazione crescono di un 20-30% all’utente finale. In particolare i ricarichi maggiori si vedono sugli alimenti derivanti da farine speciali: pane di segale, ai 5 cereali, pane al farro o ai semi di zucca.

La difficoltà maggiore per gli operatori della panificazione è nell’attuare misure correttive per cercare di contenere gli effetti degli elevati costi energetici.

Impossibile tenere fermi i macchinari. Piuttosto si può intervenire sull’ottimizzazione dell’utilizzo. 

I rincari 

Da gennaio la panificazione è stata costretta a rivedere il listino prezzi. Su tutti i prodotti gli esercenti, ciascuno a propria discrezione e secondo i bilanci interni dell’azienda, hanno dovuto operare un mark over rispetto all’anno scorso. Ad esempio: un chilo di pane comune prima marcato 3,60 euro al chilo oggi può arrivare a toccare i 4,40 euro al chilo. La filetta passa da 1,80 euro al kg a 2 euro. Il pane di piccola pezzatura è quello che ha subito in proporzione il rincaro maggiore: rosette da 5,60 euro al kg a 6,10 euro al kg e i sandwich da 6,20 euro al kg a 6,70 al kg. Per non parlare della focaccia che da 4,50 euro al kg adesso si vende a 7 euro al kg. La pizzetta rotonda (80gr) prima venduta tra i 60 e i 70 centesimi, oggi tocca i 90 centesimi. 
Non va meglio per quanto riguarda i dolci: la brioche da 1 euro al pezzo passa a 1,20 euro e il ciambellone 13,50 euro al kg va a 16,50 al kg. Insomma, seppure il listino vari a seconda delle attività, dovunque ci si imbatte in una revisione dei prezzi per sostenere il rincaro dei costi di energia. 
Il presente non è per nulla rassicurante, ma ancor meno lo è il futuro se si getta lo sguardo ai prossimi mesi. «Ho fatto una stima in prospettiva - racconta Ennio Lombardi, titolare dell’omonimo panificio alle Grazie - solo di elettricità e gas l’anno prossimo avrò una spesa di 20 mila euro in più rispetto a quest’anno». Una stangata da brividi che preoccupa non poco gli imprenditori. «Fino ad oggi ho cercato di assorbire internamente i rincari - continua Lombardi - ma se questo è il trend dovrò allinearmi». 
La decisione
Intanto la gran parte dei panifici ha già operato i dovuti ritocchi. Strategie particolari per ridurre il consumo energetico non ce ne sono «se non ottimizzare la produzione - spiega Francesca Taccalite, titolare del forno di famiglia - i macchinari si accendono a pieno carico e si spengono prima. E si rinuncia all’aria condizionata». Un lavoro, quello del fornaio, già duro che diventa ancora meno accomodante. «Si sta attenti agli sprechi - afferma Serena Pasquini, titolare del forno Nonsolopane - e dobbiamo evitare di far fare gli straordinari ai dipendenti lavorando qualche ora in più noi titolari. Tanto che non possiamo pensare di assumere altro personale in caso di bisogno». 
I tagli 
Tra le rinunce c’è anche chi toglie dalla produzione i prodotti speciali: «Non facciamo più il pane derivante da farine speciali - spiega Rossano Serrani, titolare del forno Il Prestinaio - perché il costo delle materie prime è lievitato, e dovremmo venderlo a caro prezzo col rischio di perdere i clienti». Rincari da un lato, risparmi dall’altro. I due fronti della battaglia contro il caro bollette: pane quotidiano anche per i fornai. 

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