Una malattia stronca la poetessa De Gregorio

Una malattia stronca la poetessa De Gregorio
Una malattia stronca la poetessa De Gregorio
di Lucilla Niccolini
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Sabato 26 Settembre 2020, 07:20

ANCONA  - Ora «il mondo è senz’altro peggiore». Lo ha scritto il poeta Alessandro Fo alla notizia della scomparsa della poetessa Anna Elisa De Gregorio. È venuta meno giovedì all’Ospedale di Torrette, dopo una breve, spietata malattia, di cui aveva mostrato i segni all’inizio di settembre. Senese di nascita, fin dal 1959 aveva scelto di vivere ad Ancona, e dopo aver lavorato in un’agenzia di marketing, ha dedicato alla poesia ogni energia. Era tanto legata a questa città, da scrivere raccolte di versi anche in anconetano.

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Con “Na giungla de cartó” ha vinto il primo Premio Ischitella-Giannone. Aveva esordito nel 2010 con “Le rondini di Manet”. Il libro “L’ombra e il davanzale” (Ed. Seri) avrebbe dovuto essere presentato a marzo, quando è scoppiata la pandemia. «Semplice, diretta, disarmante nella sua dolente vicinanza ai nodi più intimi di ogni singola vita, con escursioni dall’umorismo brillante alla più calda pietas per le creature ferite»la ricorda Fo, Avendo colto perfettamente la sua sensibilità, lo spirito rispettoso, la delicatezza ironica, una ritrosia che nascondeva una partecipazione schietta e pura alle persone che la circondavano.

E sapeva “leggere” l’arte con una straordinaria immediatezza, che le permetteva di dedicare ai capolavori più amati le sue poesie, come quelle di “Un punto di biacca”, i cui versi rendono immagini e significati nascosti con più profondità di tanti saggi critici. Il mondo della poesia, in cui era entrata in punta di piedi, com’era nel suo stile, e in cui si era subito affermata, la rimpiange con unanime affetto e ammirazione. Chi ha avuto il privilegio di conoscerla e di godere della sua amicizia, incredulo si stringe al compagno Nello Bolognini, alla figlia Monica e al nipote Sirio. Solo oggi si saprà quando potremo renderle l’estremo saluto. La sua voce, il suo sguardo celeste resteranno nel ricordo, più indelebili dei suoi versi.

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