Il questore Pallini ai saluti: «Lascio una città sicura, i reati sono in calo del 35%. Ma quante liti»

Il questore Giancarlo Pallini e la vicaria Federica Ferrari
Il questore Giancarlo Pallini e la vicaria Federica Ferrari
di Stefano Rispoli
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Mercoledì 27 Ottobre 2021, 13:00

ANCONA - Dalla pandemia ai No Vax, passando per l’estate funestata dai bulli. Venti mesi ad alta tensione, in cui Giancarlo Pallini ha lasciato il segno: reati in calo, in picchiata i furti, dimezzati quelli in abitazione. Dalle statistiche esce l’immagine di un capoluogo sicuro, impressione confermata anche dalla consueta indagine del Sole 24 Ore che colloca Ancona in fondo alla classifica della criminalità 2021, al 92° posto su 106 province per numero di denunce (10.221) rapportate al numero di abitanti.

«Merito di una costante attività di controllo del territorio svolta da tutte le nostre articolazioni» spiega il questore uscente nella conferenza di fine mandato: arrivato nelle Marche nel febbraio 2020, sta per trasferirsi alla provincia autonoma di Bolzano dopo la promozione a dirigente generale. 
Il declassamentoUna qualifica che la Questura dorica non si può permettere da quando, tre anni fa, è stata declassata in terza fascia perché il capoluogo è “troppo sicuro”. Il che ha comportato, come ha evidenziato un’inchiesta del Corriere Adriatico, una riduzione nel numero di agenti (79 unità in meno in un triennio) e di mezzi. «Ma non è stato un depotenziamento - frena Pallini - perché è stato compiuto un grande sforzo nell’informatizzazione delle procedure e la riduzione di organico è stata compensata dall’elevazione della qualità e dell’organizzazione interna degli uffici. Inoltre - aggiunge - abbiamo rimodulato il controllo del territorio, garantendo una maggiore presenza negli orari più critici. Qualunque Questore vorrebbe più unità, ma non si può certo pensare di avere una pattuglia in ogni angolo di strada. E comunque, alla prova dei fatti, ogni evento ha trovato una pronta risposta, anche grazie alla videosorveglianza».

Basti pensare alla ventina di bulli che la polizia ha individuato e denunciato dopo le risse in centro: le indagini minuziose hanno portato all’emissione di 19 Daspo urbani nei confronti di ragazzini terribili dal febbraio 2020 ad oggi, concentrati per lo più negli ultimi due mesi. 


«Tutti i gruppi giovanili per così dire effervescenti, con condotte violente e a volte delinquenziali, sono stati individuati e adeguatamente sanzionati», spiega Pallini.

Che ammette di essere rimasto impressionato non tanto dalle baby gang, quanto dal generale clima di animosità che aleggia sul capoluogo. «Ho constatato con amarezza un elevato grado di litigiosità tra gli anconetani, in famiglia, tra vicini di casa, nei locali pubblici, alimentato dall’uso di sostanze alcoliche ma credo anche dalla convivenza forzata nel periodo del lockdown. A volte servirebbe un sanitario o uno psicologo più che una divisa, ma io ringrazio in particolare gli agenti delle Volanti che talvolta sono stati aggrediti nell’ambito di queste liti avvenute quasi all’ordine del giorno, ma sono sempre stati presenti e vicini alla collettività in ogni momento». 


Nel ringraziare i predecessori, le istituzioni, il prefetto e gli anconetani e nell’augurare buon lavoro a Cesare Capocasa, il prossimo questore, Pallini ricorda «l’attenzione al territorio sempre più intensa», frutto di «un cambiamento di metodo e di strategia mai sperimentato prima», sfociato in tolleranza zero nei confronti dei locali pubblici che non rispettano le norme anti-Covid o si trasformano in luoghi di ritrovo di pregiudicati (15 quelli chiusi da inizio anno) e in una sfilza di maxi multe e provvedimenti restrittivi nei confronti dei disobbedienti, i No Green pass che da metà ottobre hanno superato i confini della protesta, arrivando a bloccare il traffico in porto. «Siamo intervenuti cercando il dialogo, senza esasperare gli animi», spiega Pallini che lascia dopo meno di due anni. È il terzo avvicendamento in 30 mesi ai vertici di via Gervasoni. «Ma se cambia un questore, non cambia il mondo - conclude -. L’amministrazione non vive solo di persone, ma di direttive di carattere generale: la linea della Questura in questi anni è rimasta costante e inalterata». 

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