Picchia l’ex compagna e il figlioletto: «Si è messo in mezzo per difendermi»

Un 49enne alla sbarra per maltrattamenti. La vittima in aula: «Minacciava di far saltare in aria la mia auto»

Picchia l’ex compagna e il figlioletto: «Si è messo in mezzo per difendermi»
Picchia l’ex compagna e il figlioletto: «Si è messo in mezzo per difendermi»
di Federica Serfilippi
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Mercoledì 15 Febbraio 2023, 02:50 - Ultimo aggiornamento: 11:15

ANCONA -  «La situazione in casa è degenerata nel 2018 quando le violenze sono diventate sempre più frequenti. La sua rabbia scattava all’improvviso. Mi ricordo che un giorno si è messo in mezzo nostro figlio, aveva 6 anni. Il mio ex gli ha detto: “tu non ti devi permettere” e l’ha schiaffeggiato». È lo stralcio della testimonianza resa ieri in udienza da una 42enne, parte civile nel processo che vede imputato il suo ex compagno, un 49enne, per maltrattamenti in famiglia. I fatti, avvenuti quando la coppia abitava a Loreto, comprendono un lasso di tempo compreso tra il 2013 e il 2018. 


Le lacrime


«Lui dava in escandescenza per niente - ha detto la vittima in aula, tra le lacrime -, rompeva tutto quello che trovava in casa, mi minacciava e insultava davanti ai nostri tre figli, tuttora minorenni.

Un giorno, con il casco ha spaccato una vetrinetta che avevamo in casa». La donna, assistita dall’avvocato Laura Versace, ha raccontato dell’episodio che aveva coinvolto il figlioletto di 6 anni. «Si è messo in mezzo per difendermi. Ma il padre l’ha schiaffeggiato». La vittima aveva chiamato i carabinieri. Una mossa che l’ex compagno, stando a quanto emerso in udienza, non aveva affatto gradito: «Hai fatto arrivare i carabinieri, ora la faccio pagare a te e ai tuoi figli» è la frase riportata dalla 42enne e attribuita all’imputato, difeso dal legale Michele Zuccaro.


«Se non facevo quello che diceva lui - ha continuato la donna - mi minacciava di uccidere i bambini. Ecco perché ho avuto paura a denunciare». L’episodio che ha portato alla denuncia è all’8 ottobre 2018, quando la famigliola si trovava in auto. Stava guidando l’imputato.

«Con una mano teneva il volante - ha ricordato la parte civile - e con l’altra mi sferrava pugni sul viso e sul corpo. Mi ha fatto sbattere la testa contro il vetro del finestrino. Accelerava e poi di colpo frenava, i bimbi andavano avanti e indietro sul sedile. E lui diceva: “State zitti sennò vi ammazzo”». Il giorno dopo la donna era andata a sporgere denuncia. Ma non sarebbe stata la fine delle violenze. L’imputato l’avrebbe poi anche minacciata «di far saltare in aria l’auto». Lui rigettata ogni contestazione, il processo è stato aggiornato. 

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