ANCONA - Per due anni avrebbe maltrattato la moglie, tra insulti, lanci di oggetti e sfuriate rese incandescenti dall’alcol. Alcune scene di violenza, per la procura, sarebbero avvenute in presenza dei due figli della coppia, quando uno faceva le elementari e l’altro aveva appena iniziato a frequentare le scuole medie. La denuncia è scattata all’inizio del 2018 dopo la corsa al pronto soccorso della vittima, finita in ospedale per curare le ferite causate da una violenta aggressione che le aveva provocato la frattura delle ossa nasali.
L’uomo, un 52enne di origine moldava, è stato condannato dal giudice Elisa Matricardi a scontare due anni di reclusione, pena sospesa.
Stando a quanto contestato dalla procura, l’imputato avrebbe umiliato la moglie quasi quotidianamente, con insulti e svilimenti: «Sei una poco di buono, non vali niente. Nella vita hai sbagliato tutto». Non sarebbero mancati gli insulti e le percosse. In almeno due occasioni, l’uomo avrebbe tirato alla vittima degli oggetti: una volta la scarpa, un’altra una bottiglietta d’acqua che aveva colpito la donna alla testa, per fortuna senza ripercussioni. L’episodio che aveva portato la vittima a sporgere denuncia ai carabinieri risale al dicembre del 2017.
Tornato a casa ubriaco, il 52enne se l’era presa con la moglie, iniziando a percuoterla. Il motivo? Lei lo aveva rimproverato di aver bevuto troppo alcol. La donna, per difendersi, aveva provato a prendere il cellulare e a chiamare i carabinieri.
L’intenzione aveva fatto andare su tutte le furie l’imputato, tanto – dice la procura – da portarlo ad aggredire malamente la donna, a cui era stato strappato il telefono. Era stata colpita sui fianchi, sulle spalle e al volto. Era dovuta andare al pronto soccorso. La prognosi era stata di 15 giorni per la rottura delle ossa nasali. Di lì, la denuncia della parte offesa per maltrattamenti in famiglia e lesioni personali. Lei non era parte civile al processo.