Terrorizzata dall’ex marito stalker: «Giudice, ho avuto paura di morire. Ha manomesso la mia auto e bruciato quella di una mia amica»

Terrorizzata dall’ex marito stalker: «Giudice, ho avuto paura di morire. Ha manomesso la mia auto e bruciato quella di una mia amica»
Terrorizzata dall’ex marito stalker: «Giudice, ho avuto paura di morire. Ha manomesso la mia auto e bruciato quella di una mia amica»
di Federica Serfilippi
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Giovedì 21 Ottobre 2021, 07:15

ANCONA - «Signor giudice, ho tanta paura che questa persona possa tornare e farmi del male. Per troppo tempo ho vissuto una situazione terribile». Tra le lacrime si è rivolta così al giudice Carlo Cimini una peruviana di 51 anni residente nel capoluogo dorico, parte civile al processo contro l’ex marito 52enne, di nazionalità boliviana, accusato di stalking. L’uomo sta affrontando il secondo procedimento per fatti analoghi.

Una prima condanna, diventata definitiva qualche anno fa, è già stata scontata in carcere. Anche allora, vittima era la sua ex coniuge, tampinata in maniera ossessiva dopo la fine del matrimonio. 


Lo sfogo
«Ha smesso di perseguitarmi solo quando era in cella» ha detto ieri mattina la 51enne che, nel periodo compreso tra giugno e agosto 2018, aveva sporto quattro denunce contro l’ex marito. «Dove andavo, me lo ritrovavo sempre intorno. Facevo una vita invivibile – ha raccontato la vittima -. Ogni volta mi si avvicinava e mi minacciava di morte: “Me la pagherai, prima o poi”, “Vedrai che non riderai più”. Ripeteva queste minacce anche davanti ai nostri figli». Attualmente, l’imputato sarebbe fuori dall’Italia. «Nell’estate del 2018 vivevo nell’ansia e nella paura – ha continuato la parte civile, rappresentata dall’avvocato Laura Catena –, mi aveva praticamente messo ai domiciliari, perché non potevo uscire di casa tranquillamente. Veniva anche al supermercato, o mi passava davanti, a bordo dello scooter, quando aspettavo l’autobus. Anche i miei figli non volevano più uscire, neanche per andare al parco vicino casa». 
La 51enne, all’epoca dei fatti, viveva nella prima periferia della città e sull’imputato pendeva l’obbligo di non avvicinarsi alla vittima. A giugno 2018 lei aveva trovato l’auto manomessa: «La serratura – ha raccontato – era forzata, alcuni cavi erano scollegati e c’era un forte odore di benzina. Ho chiamato un’amica per sapere cosa fare e mi ha detto che qualcuno aveva appena incendiato la sua vettura». La denuncia era stata sporta contro ignoti, ma l’ipotesi della vittima è che dietro ai due danneggiamenti ci sia stato l’ex marito. «Ad agosto, mentre uscivo da casa di una parente, a Falconara, ho trovato il mio ex all’interno della mia auto. Appena mi ha vista, è venuto contro di me per insultarmi e minacciarmi. Si è messo di mezzo nostro figlio per difendermi. Quando ha capito che ero riuscita a chiamare le forze dell’ordine, è scappato». L’imputato è difeso dall’avvocato Donatella Baleani. Il processo continuerà il 24 novembre, vigilia della Giornata contro la violenza sulle donne. 

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