ANCONA - Come vampiri, avrebbero succhiato gas a scrocco per quasi due anni. Avrebbero riscaldato la loro abitazione in affitto a Castelfidardo senza tirare fuori un euro, dal 2016 al 2018, dopo aver rimosso i sigilli dal contatore. Almeno questa è l’accusa rivolta a madre e figlio, rinviati a giudizio per furto aggravato dal pm Valentina D’Agostino.
Dovranno comparire davanti al giudice il prossimo 27 giugno per la prima udienza del processo penale.
L’accusa
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, la 60enne di Castelfidardo e il figlio 35enne avrebbero usufruito abusivamente di 4.568 metri cubi di gas per un corrispettivo di 1.453 euro, sottratti alla società Prometeo Spa che si occupa della fornitura.
La difesa
Ma l’avvocato Paolo Tesei, che assiste madre e figlio, contesta la ricostruzione degli inquirenti. «Stiamo conducendo delle ricerche perché, dai documenti analizzati, forse c’è stato un errore nella lettura dei contatori e stiamo analizzando i contratti che erano stati sottoscritti precedentemente ai fatti: potrebbe esserci stato un disguido relativamente all’ultimo periodo». I due presunti vampiri di gas dovranno comparire in tribunale a fine giugno per replicare alle accuse e dimostrare la loro innocenza.