Il musicista pedofilo patteggia due anni: percorso terapeutico invece del carcere

Il musicista pedofilo patteggia due anni: percorso terapeutico invece del carcere
Il musicista pedofilo patteggia due anni: percorso terapeutico invece del carcere
di Federica Serfilippi
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Martedì 24 Maggio 2022, 08:20


ANCONA - Due anni di reclusione. È l’esito del patteggiamento varato ieri mattina al gup Francesca De Palma per il 50enne musicista della Vallesina arrestato lo scorso settembre della Polizia Postale dopo il rinvenimento nel suo pc di migliaia di file pedopornografici. Dopo le manette, l’uomo era finito a Montacuto per poi uscire dal carcere subito dopo l’udienza di convalida davanti al gip. Da allora, ha pendente l’obbligo di dimora a Castelbellino, suo comune di residenza. 

In un primo momento, la difesa – rappresentata dall’avvocato Germana Riso – aveva avanzato l’ipotesi di un’istanza di messa alla prova per il suo assistito, ma alla fine è stato scelto il patteggiamento, dopo il parere positivo espresso dal pm Marco Pucilli, titolare dell’indagine. L’imputato non potrà beneficiare della sospensione condizionale della pena. Nonostante questo, il 50enne potrà accedere a misure alternative alla detenzione in carcere. L’accusa di detenzione di materiale pedopornografico era aggravata dall’ingente quantità di file rinvenuti nel computer del 50enne, attualmente disoccupato e con un passato da musicista.
Il disagio
Da mesi ha ormai iniziato un percorso di sostegno psicologico al Centro di Salute Mentale di Jesi. Era stato lui stesso, subito dopo l’arresto e pochi giorni passati in carcere, a chiedere un aiuto per poter arginare i suoi disagi. Disagi che, stando alle risultanze investigative del comparto anti-pedopornografia online della Polizia Postale di Ancona, lo avrebbero portato ad incamerare negli anni migliaia di foto illecite, ritraenti bambini con adulti in atteggiamenti intimi. 
Save The Children
A portare la polizia ad eseguire un blitz a casa del 50enne era stata una segnalazione di Save The Children, una delle principali organizzazioni internazionali a tutela dei bambini. Erano stati gli organi di controllo della onlus, sempre vigili sul web per evitare illeciti ai danni di minori, a capire come l’uomo stesse potenzialmente scaricando file proibiti dal web. Da un’analisi successiva alla perquisizione, è emerso come i file non siano mai stati condivisi o diffusi con altri utenti della rete. Ci sarebbero stati, da parte del 50enne, solo dei download eseguiti in siti web illeciti e foto custodite nel suo pc.
In passato, il musicista ha anche dato lezioni private a ragazzi ma non sono mai emersi comportamenti fuori luogo. Si è arrivati alla sentenza di ieri mattina dopo la richiesta di giudizio immediato avanzata a tre mesi dall’arresto dalla procura, le cui indagini si sono sostanzialmente basate sull’analisi dei contenuti dei dispositivi elettronici posseduti dall’imputato. 
Le associazioni
L’ipotesi della messa alla prova sarebbe stata scartata dall’Uepe (Ufficio esecuzione penale esterna), in quanto non sarebbero state trovate associazioni, comunità o enti in grado di far supportare al 50enne un percorso di Map. Iter che solitamente dura mesi e che ha funzioni riabilitative ed educative per la persona che lo affronta. 
 

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