«Se scrivi a mio marito, ti faccio a pezzetti». Otto mesi di minacce, la moglie stalker patteggia

«Se scrivi a mio marito, ti faccio a pezzetti». Otto mesi di minacce, la moglie stalker patteggia
«Se scrivi a mio marito, ti faccio a pezzetti». Otto mesi di minacce, la moglie stalker patteggia
di Federica Serfilippi
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Venerdì 24 Settembre 2021, 10:05

ANCONA - «Non devi più mandare i messaggi a mio marito», «Vengo dove lavori e ti faccio a pezzetti», «So tutto di te, ti vengo a trovare». Sono solo alcune delle minacce che, secondo la procura, una 53enne anconetana avrebbe rivolto a un’altra donna, ipotizzando che stesse importunando, attraverso messaggi e chiamate, il marito. 

Il pressing minatorio ha portato la donna in tribunale per stalking. Ieri mattina, davanti al giudice Francesca De Palma, ha patteggiato cinque mesi di reclusione, pena sospesa, per il reato di atti persecutori. Vittima della vicenda, un’anconetana di 47 anni assistita dal legale Nicoletta Pelinga. Ha sempre sostenuto di non aver mai avuto niente a che fare con il marito dell’imputata e di non conoscere nemmeno la donna che per 8 mesi le avrebbe reso la vita impossibile, tanto da indurla di uscire sempre accompagnata da amici o familiari per la paura che potesse accaderle qualcosa. I fatti contestati vanno da febbraio a ottobre del 2019. Era inverno quando la vittima aveva iniziato a ricevere chiamate e sms dal contenuto minatorio dal numero di una sconosciuta. La parte lesa sarebbe stata considerata dalla 53enne una sorta di intralcio nella sua relazione coniugale, una minaccia da tenere alla larga dal marito. E così, sarebbe stato confezionato il pacchetto persecutorio che la procura ha qualificato in stalking. Perlopiù, l’imputazione è basata sulle minacce telefoniche ricevute dalla vittima, contattata complessivamente – sostiene la parte lesa – quasi un migliaio di volte. 
«Non devi più rompere con i messaggi a mio marito, che vengo dove lavori e ti faccio a pezzi», «so tutti i tuoi movimenti», «ti voglio vedere in faccia, attenta che sei spiata», «Salutami tuo figlio, crepa, maledetta» questo il tenore delle ingiurie e delle minacce contestate dalla procura alla 53enne.

La vittima aveva sporto denuncia alle forze dell’ordine nell’autunno del 2019, ormai stanca e completamente in balia delle intimidazioni provocate dall’imputata. Gli atti sono poi arrivati in procura e ieri dal gup che ha varato il patteggiamento chiesto dalla difesa. 

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