Tirapugni in mano e gesto del tagliagole: sei bulli e una bulla rischiano il processo

Tirapugni in mano e gesto del tagliagole: sei bulli e una bulla rischiano il processo
di Federica Serfilippi
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Giovedì 10 Febbraio 2022, 07:50

ANCONA - Minacce con il gesto del taglio della gola, la messa in mostra di un tirapugni, plurime richieste di denaro e percosse ai danni di un gruppo di ragazzi, alcuni dei quali gravati da deficit cognitivi. C’è tutto questo nell’inchiesta della procura minorile che ha fatto finire davanti al giudice sette imputati, di età compresa tra i 17 e i 20 anni e tutti residenti ad Ancona. Si tratta di giovani (sei maschi e una femmina) che all’epoca dei fatti – tra il 2018 e il 2020 – erano minorenni. Sette le persone offese: sei ragazzini e una mamma, presa di mira nel dicembre del 2019 da uno degli imputati dopo essere accorsa a piazza d’Armi per prendere le difese del figlio tartassato dai bulli.

Il rinvio

«Vuoi un pugno anche te? Ti buttiamo nel cesso.

Non scappare, ti facciamo vedere di cosa siamo capaci» le sarebbe stato detto. Il procedimento è alla fase dell’udienza preliminare: in quattro hanno preannunciato la volontà di chiedere la messa alla prova. Il giudice minorile ha rinviato al 10 maggio, quando verranno formalizzare le richieste dei difensori. L’inchiesta è nata da una costola dell’iter investigativo che nell’ottobre del 2020 aveva portato la Squadra Mobile ad arrestare cinque ragazzi (minori all’epoca dei fatti), accusati di stalking ed estorsione. A spalleggiare una parte del gruppetto in alcuni occasioni o comunque ad agire in maniera “autonoma” ci sarebbero stati gli odierni imputati: sei erano stati denunciati a piedi libero all’epoca delle indagini. In questa tranche procedurale, ricompare anche un 20enne rom, facente parte del quintetto finito un anno e mezzo fa in manette e ammesso per quei fatti a un percorso di messa alla prova. Ora, la procura gli contesta due reati: minacce e violenza privata. Nel gennaio del 2018 avrebbe costretto un ragazzo frequentante la sua stessa scuola a mettersi in ginocchio, accusandolo di essere l’artefice della sua espulsione dall’istituto: «Se non vai a parlare con la preside, ti meno»; «Chiedimi scusa e per me sta cosa è finita». Tra le minacce, impartite a tre diverse parti offese: «Non mi guardare, sennò ti stacco la testa».

Schiaffi e sputi

In tre sono accusati di percosse ai danni di un 17enne: stando alla procura due avrebbero schiaffeggiato e sputato contro la vittima, il terzo avrebbe incitato la violenza, senza fermarla. Le accuse più gravi sono nei confronti di due imputati: uno deve rispondere di stalking per aver tartassato un 19enne, tra minacce, provocazioni e percosse: «ti ammazziamo e ti mettiamo dentro a quei sacchi». A un altro sono stati contestati gli atti persecutori e l’estorsione nei confronti di un 17enne, a cui sarebbero stati spillati soldi sotto la costante minaccia: «Ti tiro un pugno che ti rientrano naso e denti».

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