ANCONA - Il rapporto di lavoro finisce e la parrucchiera va a battere cassa dall’ex titolare. «Ora devi pagarmi». Una pretesa rafforzata anche dal padre di lei: «Fuori i soldi o t’ammazzo, ti do una settimana di tempo». La minaccia ha portato genitore e figlia a processo per esercizio arbitrario delle proprie ragioni. Il dibattimento è nato dopo la denuncia sporta dal titolare del salone dove la ragazza, un’albanese di 30 anni aveva lavorato con un contratto di apprendistato per poco più di un mese, da giugno a luglio 2018.
Le versioni
Lei sostiene di essersi licenziata, il parrucchiere dice di aver troncato il rapporto di lavoro perché la 30enne non aveva superato il periodo di prova. Lui, parte civile con l’avvocato Andrea Bordoni, è salito ieri sul banco dei testimoni per dire la sua.
La prima minaccia l’avrebbe ricevuta per telefono, dal padre della ragazza, un 60enne: pretendeva lo stipendio che - a suo dire - non era stato ancora pagato alla figlia. Si trattava di una cifra attorno ai 1.500 euro. «Devi dare tutti i soldi a mia figlia, altrimenti ti ammazzo. Ti do tempo una settimana» avrebbe detto il 60enne. Il giorno dopo l’uomo e la figlia si sarebbero presentati al salone per fare pressioni sul pagamento. Lei: «Vieni fuori dal negozio, dammi i soldi». E il padre: «Se non ci dai i soldi veniamo tutti i giorni a fare casino al negozio, non farai una bella figura con i clienti».
Il parrucchiere sostiene di aver saldato regolarmente il conto con la mancata apprendista.
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