ANCONA - Avrebbe vissuto quattro mesi di inferno, pieni di minacce e insulti, perpetrati sia di persona che via social. Lei, commerciante di 39 anni, stanca delle continue molestie subite, non ha esitato a sporgere denuncia contro l’ormai ex marito. Lui, operaio di 46 anni, è finito sul banco degli imputati con l’accusa di stalking aggravato.
Ieri il dibattimento si è aperto davanti al giudice Carlo Cimini con l’audizione delle prime testimonianze. La donna è parte civile con l’avvocato Cristian Palpacelli, lui è difeso dal legale Marco Flavio Torelli. L’udienza di svolta si avrà probabilmente il 25 maggio quando sarà la vittima a testimoniare in tribunale.
Sono state almeno tre le denunce sporte agli agenti del Commissariato di Jesi, città dove si sono svolti i fatti, in un breve lasso di tempo, tra la primavera e l’estate del 2018. Gli atti persecutori sarebbero iniziati dopo la separazione di fatto della coppia e, in buona parte, dovuti soprattutto alla gelosia dell’imputato. Nel capo d’imputazione sono conteggiati in particolare raffiche di insulti e minacce ricevuti dalla donna. In un’occasione, per esempio, nei pressi di un bar l’uomo avrebbe mimato il gesto del taglio della gola, portando il suo pollice verso il collo dell’ex moglie.
Un giorno, il 46enne avrebbe preso anche parte dei vestiti dell’ex moglie, li avrebbe tagliati e buttati nel secchio della spazzatura. Poi le avrebbe inviato la foto sul cellulare. I danneggiamenti sarebbero stati perpetrati davanti ai due figli minori della coppia. La prima querela della donna al Commissariato jesino risale all’aprile del 2018, poi ci sono state varie integrazioni, tra cui la messa agli atti degli sms dal tenore minaccioso inviati dal 46enne alla parte civile. Tra meno di un mese l’audizione della donna in aula. L’imputato è sempre stato indagato a piede libero.
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