Documenti taroccati per chiedere prestiti alla banche: alla sbarra la gang dei falsari

Documenti taroccati per chiedere prestiti alla banche: alla sbarra la gang dei falsari
Documenti taroccati per chiedere prestiti alla banche: alla sbarra la gang dei falsari
di Federica Serfilippi
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Giovedì 20 Gennaio 2022, 07:00

ANCONA - Carte false per far aprire linee di credito agli istituti bancari. È questa, in estrema sintesi, l’accusa che la procura muove nei confronti di nove imputati, finiti a giudizio per associazione a delinquere e, a vario titolo, truffa e tentata truffa. Il processo inizierà davanti al collegio penale il 13 ottobre. Il gruppo, composto da soggetti campani, residenti della Val Musone e del Pesarese, si sarebbe mosso, stando a quanto rilevato dai carabinieri della stazione di Camerano, tra il 2017 e il 2018 per raggirare varie filiali dell’Intesa Sanpaolo. 

Il giro 

Sotto scacco della gang erano finite le sedi di Osimo, Castelfidardo, Camerano, ma anche Pesaro e Montefelcino.

Le richieste di finanziamento potevano andare dai 6mila ai 15mila euro. Stando a quanto rilevato dalla procura, i soldi sarebbero stati ottenuti in maniera ingannevole, sulla base di documentazione che attestava posizioni contributive e fiscali (buste paga e modelli Cud) in realtà inesistenti. I destinatari, stando all’ipotesi accusatoria, non avrebbero quasi certamente avuto possibilità di ottenere le concessioni, non avendo occupazione lavorativa. Il presunto sodalizio sarebbe stato retto da un 31enne residente a Castelfidardo: per l’accusa avrebbe comprato assieme a un 53enne di Fermignano (anche lui imputato) una stampante e un computer per la predisposizione della documentazione fittizia. Sarebbe stato il 31enne stesso, dice la procura, a reclutare poi gli autori materiali delle frodi. Il 53enne e un campano di 30 anni avrebbero invece fornito i dati delle loro rispettive società per compilare i documenti da presentare in banca. Gli altri imputati, conoscenti e parenti tra loro, sono indicati dagli inquirenti come gli autori materiali delle frodi. Alcune truffe contestate sono rimaste solo sulla carta, come quella tentata a Osimo nel giugno del 2017, quando era stato bloccato, grazie all’intervento della filiale stessa, un finanziamento mobiliare destinato a una 65enne di Castelfidardo. In quell’occasione, secondo quanto contestato, la donna sarebbe stata fatta figurare falsamente come la dipendente di una delle due ditte di “facciata”, presentandosi così come persona solvibile e in grado di adempiere all’obbligo di pagare le rate del finanziamento. Stesso modus operandi, e stessa truffa non andata a buon fine, è contestato ai danni dell’Intesa di Camerano, a luglio 2017. In quel caso erano stati chiesti 15mila euro. 

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