Primarie centrosinistra, Pesaresi lancia la sfida per il capoluogo: «Serve la cura, Ancona dev’essere bella»

Primarie centrosinistra, Pesaresi lancia la sfida per il capoluogo: «Serve la cura, Ancona dev’essere bella»
Primarie centrosinistra, Pesaresi lancia la sfida per il capoluogo: «Serve la cura, Ancona dev’essere bella»
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Giovedì 14 Luglio 2022, 05:35

ANCONA - Far circolare aria nuova a Palazzo. Carlo Maria Pesaresi nel post d’esordio invita a fare un respiro profondo. Il candidato alle primarie del centrosinistra sfida Ida Simonella, punta alle amministrative di primavera 2023 e indica il cambio di rotta: «Ascolto, dialogo, confronto». 


È il suo “mai senza”? 
«Per onorare l’esigenza di concretezza, chi governa deve rispondere a queste tre parole-chiave. Diversamente, ogni visione è destinata a fallire».
Tra chi ha condiviso il suo messaggio social ci sono, tra gli altri, Nobili e Favia. Nulla di nuovo sul fronte. 
«Tutto si può dire della mia storia tranne che faccio parte dell’establishment. Tuttavia non mi pare un tema dominante, non vedo vergini delle rocce in nessuno schieramento».
Il suo come lo definirebbe? 
«Molto trasversale. Ognuno è libero di sostenermi».
La discontinuità? 
«Vorrei premettere due punti che reputo imprescindibili».
Proceda.
«La cura della città. Dev’essere bella, decorosa, accogliente, altrimenti non c’è waterfront che tenga». 
Un tassello mancante? 
«No, dico solo che la considero una priorità di cui occuparsi». 
Il secondo punto? 
«L’essere capoluogo, che significa assumersi una grande responsabilità nei confronti della regione».
Un esempio potrebbe essere l’arretramento della ferrovia. 
«Certo, potrebbe essere un vantaggio per tutto il territorio, ma a patto che non invalidi l’uscita a nord del porto di Ancona». 
Mi perdoni, marchiamo la linea di discontinuità.
«Sono necessari tre passaggi per farlo. Parto dal modo di governare la Dorica: serve un approccio orizzontale e non piramidale».
Tradotto?
«Ampio riconoscimento delle deleghe ai consiglieri; rafforzamento dei Ctp, i Consigli territoriali di partecipazione; avviare i patti di collaborazione per la gestione, da parte dei cittadini, del bene pubblico; valorizzare il ruolo degli enti intermedi». 
Moto trasversale e partecipato. La seconda mossa sulla scacchiera?
«Le frazioni: vanno migliorati i servizi e valorizzate le identità».
La terza?
«Ancona-città-della-salute. Mentre la Regione si deve preoccupare di curare le persone in ospedale, il Comune deve prendersi cura dei cittadini».
In pratica? 
«Vanno consolidati i servizi di vicinato, che tengano conto della popolazione sempre più anziana e delle esigenze delle famiglie con bambini». 
I grandi classici, come il porto? 
«Fondamentale è continuare il lavoro iniziato».
Ripassa sempre dal via: la partecipazione. 
«È un metodo per affrontare le difficoltà di questo momento storico, segnato da Covid e guerra. Accogliere la complessità non deve essere un problema». 
Come le bande giovanili che tengono sotto scacco la città?
«Mi conceda una riflessione».
Prego.
«Questura e prefettura si occupano dell’ordine pubblico. Il Comune ha il dovere invece di sostenere i soggetti fragili».
Come?
«Non credo alla repressione. Contro le baby gang, per esempio, non va chiuso un locale, ma ne vanno aperti cento». 
Altro giro, altro nodo da sciogliere: l’Area marina protetta.
«Innanzitutto: si deve agire per la tutela del Conero. Un impegno i cui contorni sono ben definiti nel documento di coalizione di centrosinistra». 
Quindi? Su o giù dalle torre?
«Bisogna lavorare sodo con il ministero e con gli stakeholder, i portatori di interesse. La questione così com’è posta non è condivisibile, vanno migliorate le condizioni. Vanno estese a tutta la Riviera, non possono riguardare solo Ancona».
Una posizione, la sua, poco integralista, che sembra aver convinto anche una frangia dei Verdi, che non hanno fatto fronte comune.
«Auspico che si riapra il dialogo. Dobbiamo essere in grado di cogliere la sempre crescente sensibilità ambientalista». 
Se dovesse raccogliere l’eredità del pareggio di bilancio, col rincaro dell’energia che farebbe?
«È banale dirlo: i conti in ordine sono il presupposto fondamentale di una buona amministrazione. Il caro energia, di contro, è materia nazionale: reputo che i Comuni vadano aiutati».
In prospettiva?
«In tema di risorse abbiamo davanti una stagione con grandi possibilità di reperirle. Molte arriveranno dal Pnrr, per questo serve molta programmazione e grande capacità d’intercettazione». 
Cosa non ha fatto Valeria Mancinelli? 
«Voglio parlare in positivo. È necessaria una maggiore capacità di ascolto e di dialogo».

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