ANCONA - Uno, che aveva chiesto un prestito iniziale di 5mila euro, avrebbe raggiunto debiti per 11mila. Un altro, a fronte di un’elargizione di 7mila euro, sarebbe arrivato a quasi raddoppiare, tra interessi e capitali, la somma da restituire. Un altro ancora, a forza di pagare 250 euro di interessi mensili, ha sostenuto di aver chiuso i conti contro la coppia alla quale, quando era in difficoltà economiche, si era rivolto nel 2018. Tre potenziali vittime, due persone indicate come usurai disposti a prestare soldi con tassi d’interesse mensili pari al 5%.
È il quadro dell’inchiesta che ha portato in arresto con l’accusa di usura in concorso una coppia di peruviani, marito e moglie, residenti nel capoluogo dorico e impiegati nel settore della logistica.
Tutte le vittime (si tratta di due albanesi e di un egiziano) sarebbero accumunate da un particolare: avrebbero chiesto prestiti alla coppia perché ridotti in ristrettezze economiche, causate in parte dal vizio del gioco. A fine febbraio c’è stata una prima denuncia, poi ai carabinieri ne è arrivata una seconda da un’ulteriore parte offesa. La terza vittima, quella che ha sanato il debito per un prestito risalente al 2018, non si è mai rivolta agli investigatori per la querela, ma è stata comunque ascoltata per fare luce sulla vicenda. Stando a quanto emerso, ha estinto il debito nel 2020 solo grazie a un prestito bancario.
Ma non è detto che il numero delle persone offese non possa allargarsi: i tre identificati, come scrive il gip nell’ordinanza, rappresenterebbero solo «una minima parte» dei soggetti che si sono rivolti alla coppia, protagonista di «una fiorente attività di concessione dei prestiti ad interessi usurai».
Poco prima degli arresti, le perquisizioni: a casa dei coniugi sono stati sequestrati cellulari, 5.400 euro in contanti, fogli e appunti manoscritti riportanti nomi e somme di denaro. Addirittura, i militari avrebbero trovato ricevute con la causale “interessi al 5%”.