«Buttato a terra e preso a calci in faccia». Si scatena il caos allo chalet, tre vigilantes finiscono a processo

«Buttato a terra e preso a calci in faccia». Si scatena il caos allo chalet, tre vigilantes finiscono a processo
«Buttato a terra e preso a calci in faccia». Si scatena il caos allo chalet, tre vigilantes finiscono a processo
di Federica Serfilippi
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Venerdì 28 Ottobre 2022, 07:40 - Ultimo aggiornamento: 15:31

ANCONA  - «Stavo discutendo con un altro ragazzo all’interno del locale, a cui per sbaglio avevo rovesciato un drink, quando mi sono sentito stringere il collo da dietro. Sono stato portato fuori e scaraventato a terra per essere colpito da una raffica di calci». È la testimonianza resa ieri mattina in aula da uno jesino di 32 anni, parte civile nel processo contro tre addetti alla security di uno chalet di Marina di Montemarciano, finiti a giudizio con l’accusa di lesioni personali in concorso. 

 
Le accuse
Stando alla procura, la notte dell’8 luglio del 2017 i tre si sarebbero accaniti contro il 32enne, finito poi al pronto soccorso di Jesi per una serie di lesioni: trauma cranico, escoriazioni al viso e contusioni multiple agli arti inferiori.

La prognosi era stata di 51 giorni. Stando a quanto emerso in aula, la vittima (assistita dall’avvocato Marco Fioretti) si era recata allo chalet - dove tra l’altro lavorava la madre - dopo una cena con i colleghi di lavoro. «Mentre stavo ballando - ha ricordato lo jesino - ho urtato con la spalla un altro ragazzo e si è rovesciata la bevuta che teneva in mano». Era nata una piccola discussione. «A un certo punto - ha proseguito il 32enne - ho sentito stringermi da dietro il collo e sono stato trascinato fuori dal locale. Mi hanno scaraventato a terra e riempito di calci, diretti alla faccia. Ho subito anche dei pugni». 


In aula, lo jesino ha riconosciuto due dei tre imputati come i responsabili della violenza contestata. «A un certo punto - ha ricordato la parte civile - ho sentito dire: “ora basta, che stiamo esagerando”». Sul posto era poi arrivata l’ambulanza, ma il 32enne aveva rifiutato il trasporto all’ospedale. C’era poi andato autonomamente e aveva sporto denuncia. Hanno anche testimoniato due dipendenti dello chalet, non ricordandosi però nulla di quanto avvenuto più di cinque anni fa. Processo aggiornato al 15 dicembre con i testimoni delle difese.

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