ANCONA - «Stavo discutendo con un altro ragazzo all’interno del locale, a cui per sbaglio avevo rovesciato un drink, quando mi sono sentito stringere il collo da dietro. Sono stato portato fuori e scaraventato a terra per essere colpito da una raffica di calci». È la testimonianza resa ieri mattina in aula da uno jesino di 32 anni, parte civile nel processo contro tre addetti alla security di uno chalet di Marina di Montemarciano, finiti a giudizio con l’accusa di lesioni personali in concorso.
Le accuse
Stando alla procura, la notte dell’8 luglio del 2017 i tre si sarebbero accaniti contro il 32enne, finito poi al pronto soccorso di Jesi per una serie di lesioni: trauma cranico, escoriazioni al viso e contusioni multiple agli arti inferiori.
In aula, lo jesino ha riconosciuto due dei tre imputati come i responsabili della violenza contestata. «A un certo punto - ha ricordato la parte civile - ho sentito dire: “ora basta, che stiamo esagerando”». Sul posto era poi arrivata l’ambulanza, ma il 32enne aveva rifiutato il trasporto all’ospedale. C’era poi andato autonomamente e aveva sporto denuncia. Hanno anche testimoniato due dipendenti dello chalet, non ricordandosi però nulla di quanto avvenuto più di cinque anni fa. Processo aggiornato al 15 dicembre con i testimoni delle difese.
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