La lezione dell'Avis
non si scorda mai

La lezione dell'Avis non si scorda mai
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Domenica 26 Ottobre 2014, 21:13 - Ultimo aggiornamento: 27 Ottobre, 22:32

ANCONA - Nel 1927 Lorenzo Cappelli, primario di Chirurgia dell'ospedale civile Umberto Primo, fondava l'associazione "I volontari della più nobile offerta".

Cappelli, tra i primi ad eseguire trasfusioni di sangue in Italia, aveva intuito che per salvare vite umane con questa tecnica erano necessari donatori volontari reperibili in ogni momento. I pionieri di quella che oggi è l'Avis erano otto.

Oggi, ad 87 anni dalla fondazione della sezione anconetana, i donatori attivi dell'Avis comunale sono arrivati a 2.583, con un totale di 4.049 unità donate.

Per festeggiare questi importanti traguardi i soci, le Avis consorelle, i medici del dipartimento di Medicina trasfusionale e le autorità si sono dati appuntamento ieri mattina alla Mole, luogo ormai tradizionale della Festa del Donatore.

Per l'Avis dorica, il 2014 è stato un anno di notevoli cambiamenti. Come ha fatto notare Gianluca Riganello, responsabile del centro trasfusionale di Ancona, "non esiste nessun farmaco che possa sostituire il sangue", motivo per cui si è sentita sempre di più l'esigenza di rendere migliore il circuito delle donazioni ematiche. A dieci anni fa risale la novità della programmazione delle donazioni, attività adesso presente nelle campagne Avis di molte altre regioni.

Con il passare del tempo, "il bisogno di cambiamento si è concretizzato nel progetto-pilota che vede dallo scorso settembre l'ottimizzazione ed il potenziamento del sistema di reclutamento nell’ambito zonale: si è cercato di capire se c'erano i requisiti per un lavoro in sinergia tra le Avis della zonale 7, allo scopo di indirizzare ed incrementare finalmente l'indice donazionale, intensificando la rete di rapporti tra le Avis comunali aderenti, le segreterie di prenotazione ed i donatori".

Gli accorpamenti di cui ha parlato il presidente Michele Boncompagni hanno fatto sì che i donatori provenienti dalle zone degli altri centri di raccolta (Castelfidardo, Chiaravalle, Osimo e Loreto) potessero beneficiare delle stesse modalità di convocazione e donazione di quelli di Ancona. "Il fine ultimo - ha aggiunto Boncompagni - non è donare il più possibile, ma ottimizzare le donazioni".

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