Rotta sull'ampliamento delle banchine: traghetti all'area ex silos

Rotta sull'ampliamento delle banchine: traghetti all'area ex silos
Rotta sull'ampliamento delle banchine: traghetti all'area ex silos
di Massimiliano Petrilli
4 Minuti di Lettura
Sabato 3 Ottobre 2020, 01:45

ANCONA - Il porto fa rotta sull’ampliamento delle banchine per traghetti e traffici di merce. L’Autorità portuale, dopo una fitto confronto con Capitaneria, Comune e operatori, ha infatti deciso la nuova destinazione del molo sud. Ovvero le banchine 19, 20 e 21 che ospitavano i silos poi abbattuti.



«Dall’estate 2022 navi merce e traghetti potranno attraccare in queste aree - ha annunciato Rodolfo Giampieri, presidente dell’Autorità portuale nel corso dell’incontro a cui erano presenti il contrammiraglio Enrico Moretti, comandante del porto, l’assessore al Porto Ida Simonella e il segretario generale Ap Matteo Paroli.
 
«A nemmeno sei mesi dal termine dei lavori di demolizione dei 46 silos, le approfondite analisi sulle caratteristiche delle banchine e dei piazzali retrostanti - ha sottolineato Giampieri - hanno escluso la possibilità che le banchine possano sostenere carichi normalmente richiesti per la movimentazione della maggior parte delle merci. Così le banchine 19, 20 e 21 si prestano all’ormeggio di navi di medie dimensioni come i traghetti operativi nell’area extra Schengen». Ovvero le navi in arrivo da Croazia ed Albania, ora destinate ai moli 7, 8, 10 e 11. Nel domino dello scalo ecco così le nuove destinazioni anche per questo poker di spazi. 
Gli effetti
«Si libera così per l’uso commerciale tre banchine, 8, 10 e 11, con una funzione polmone per i picchi estivi di traffico merci e passeggeri, in particolare per le linee stagionali - ha aggiunto Giampieri - offrendo inoltre la possibilità di intercettare nuove linee commerciali. È strategicamente indispensabile recuperare banchine commerciali da mettere a disposizione degli operatori». Nella nuova visione generale, «un’altra grande opportunità sarà, alla banchina 7, quella di ormeggiare yacht di grandi dimensioni che transitano numerosi in Adriatico - ha sottolineato il presidente Ap - Un’area da destinare anche ai avori di manutenzione da parte dei nostri cantieri per intercettare così una domanda crescente da parte di questo settore che ad oggi non trova soddisfazione sulle coste adriatiche italiane». Sulla banchina 7 si affaccia inoltre la palazzina Fincantieri che, nell’ambito dell’accordo generale sul raddoppio del bacino Fincantieri, dovrebbe essere gestita dall’Ap (ad esclusione degli spogliatoi) con un progetto di riqualificazione con la possibilità di ulteriori servizi per la città. Un ampliamento del Porto antico «visto che si può abbassare il sistema di security, dato l’arretramento del limite alla banchina 8, rendendolo più compatibile con la città storica e il waterfront - ha sottolineato l’assessore Simonella - Un’ulteriore opportunità di riqualificazione complessiva. Un’operazione vincente per la città, il porto e le attività produttive nell’ambito di una sfida costruita tutti quanti assieme».
L’ambiente
L’infrastruttura del molo sud ha una lunghezza complessiva di 420 metri e una superficie di 21.400 metri quadrati. «Nelle valutazioni, l’ipotesi di spostamento ridurrebbe di circa 158mila i chilometri percorsi l’anno da auto e tir all’interno del porto storico per le attività di imbarco e sbarco per i Paesi di destinazione. «Il nuovo spazio portuale porterà il porto ad essere più competitivo sia sotto il profilo commerciale che ambientale – ha detto il comandante Moretti -. Il trasferimento delle navi traghetto provenienti dai Paesi extra Schengen alle banchine 19-20-21 permetterà, infatti, di allontanare dal centro cittadino i disagi connessi con il traffico veicolare in imbarco/sbarco, nonché con l’inquinamento acustico generato dai motori delle navi». Da un punto di vista tecnico l’imbarco di auto e camion sui traghetti ormeggiati al molo sud avverrà tramite dei pontoni galleggianti, mentre l’assetto futuro prevede la realizzazione di un pontone fisso per 30-35 metri in testa al molo 19. Opera per ora non realizzabile per la presenza nelle aree circostanti di un distributore con relativi serbatoi.
Gli strumenti
«L’esigenza di dare risposte ai bisogni degli operatori portuali nei tempi rapidi ci ha indotto a utilizzare lo strumento dell’adeguamento tecnico funzionale che l’ultima riforma della Legge sui porti ha messo a disposizione per andare in tempi certi a modificare le destinazioni di funzione di banchine e aree portuali – ha detto il segretario generale dell’Autorità di sistema portuale, Matteo Paroli -.

Il coordinamento con la Capitaneria di porto e con l’Amministrazione comunale è stato essenziale al fine di completare il procedimento istruttorio in tempi estremamente contenuti e consentirci quindi adesso di poter affrontare in sede tecnica, di fronte al Consiglio superiore dei lavori pubblici, tutte le successive fasi di approvazione della variante».

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