Il cavo uccide un giovane papà
Luca, vita spezzata sul molo a 33 anni

Il cavo uccide un giovane papà Luca, vita spezzata sul molo a 33 anni
di Stefano Rispoli
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Martedì 11 Giugno 2019, 04:05 - Ultimo aggiornamento: 12 Giugno, 10:27
ANCONA - La frustata micidiale ha spezzato il respiro di Luca Rizzeri, un papà adorabile e l’idillio di una famiglia che lo adorava. Con una violenza inaudita l’ha strappato all’amore della moglie e dei suoi due bambini, che dovranno diventare grandi senza il loro eroe. Li aveva baciati, come ogni mattina. Dormivano come angioletti mentre il sole sorgeva all’orizzonte. Una carezza a Thomas e Manuel, le sue opere d’arte. Un “ciao” sottovoce alla moglie Giuliana, ancora assonnata.
«Ci vediamo dopo», le ha sussurrato. Quella è stata l’ultima volta che li ha visti. Luca è andato al lavoro, nel porto dorico, diventato la sua seconda casa dopo l’assunzione all’agenzia marittima Archibugi, due anni fa. Si è diretto verso la banchina 23 dov’era attesa, alle 6,30 del mattino, la Bf Philipp, una container ship costruita nel 1996, nemmeno tanto grossa (è lunga 117 metri) e proveniente da Trieste. Un crogiuolo di nazionalità: armatore genovese, bandiera portoghese, stato maggiore ucraino e manovalanza filippina, con una decina di membri dell’equipaggio a bordo. Quattro ormeggiatori indirizzavano il pilota nella fase di attracco. A terra, due addetti della Capitaneria di porto erano appena arrivati, mentre Luca, sul molo, si preparava ad assistere alle operazioni di carico-scarico della merce. All’improvviso, il rumore secco di una frustata.
  
Uno schiocco mortale, quello dello spring di prora - il cavo di fibra sintetica che va trasversalmente dalla prua al centronave - che si è improvvisamente spezzato, quando era già stato assicurato alla bitta. Con la forza di un elastico moltiplicata all’ennesima potenza, è arrivata dritta addosso al povero agente marittimo. Era di spalle, è successo tutto in un attimo, non ha fatto nemmeno in tempo a voltarsi: la cima l’ha raggiunto tra il collo e la schiena. Il devastante colpo di frusta non gli ha dato scampo. I soccorritori del 118, intervenuti subito con l’automedica e un’ambulanza della Croce Gialla, hanno tentato di salvarlo. Tutto inutile. È morto sul colpo Luca Rizzeri, originario della provincia di Pavia ma cresciuto ad Ancona e residente nel quartiere delle Grazie: avrebbe compiuto 34 anni giovedì. Lascia la moglie Giuliana e due bambini che erano la sua fonte di luce. Sulla scena del dramma sono arrivati il contrammiraglio Enrico Moretti, comandante della direzione marittima di Ancona, gli ufficiali della Capitaneria di porto e della Guardia Costiera che conducono le indagini, l’ispettore del lavoro e il personale dell’Asur, oltre ad Alessandro Archibugi, titolare dell’omonima agenzia marittima per cui lavorava il giovane papà.
Tutti con le mani fra i capelli, lo sguardo attonito di fronte a quella macabra scena e la mente affollata di perché. La procura cerca subito risposte nelle pieghe di un’indagine appena avviata. Per prima cosa il pm Rosario Lioniello ha aperto un fascicolo ipotizzando il reato di omicidio colposo, al momento contro ignoti. Quindi, ha disposto il sequestro dei due tronconi del cavo-killer. Nel frattempo, gli inquirenti stanno conducendo verifiche documentali e hanno interrogato i testimoni e i membri dell’equipaggio, una decina in tutto fra ucraini e filippini. La nave portacontainer battente bandiera portoghese resta ferma in banchina, non è stata posta sotto sequestro, ma si stanno valutando possibili misure restrittive. Nel frattempo, sono state acquisite le immagini della videosorveglianza del porto: è possibile che qualche telecamera abbia ripreso, se non la scena cruenta, almeno le fasi dell’attracco. Quei filmati potrebbero rivelarsi fondamentali per capire se la manovra era conclusa o fosse ancora in corso e, in ogni caso, se è stata svolta correttamente.
 
Ma potrebbero servire anche a localizzare con esattezza il punto in cui si trovava lo sfortunato agente marittimo e individuare le cause per cui la cima, allungandosi come un elastico, si è poi spezzata all’improvviso, con il punto di rottura situato più verso la nave, raggiungendolo al collo. La procura intende anche far chiarezza sui ruoli di ciascun operatore presente al momento dell’ormeggio in un’area in cui solo le persone autorizzate possono circolare durante quella manovra. Tuttavia, il magistrato ha scelto di non disporre l’autopsia perché le cause della morte di Luca Rizzeri sono evidenti: la salma, dunque, è stata già restituita ai familiari per l’organizzazione dei funerali, che non sono stati ancora fissati.
 
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