Simonella e i 62 milioni per il porto: «I soldi ci sono, corriamo. Via subito con dragaggio e arretramento del molo»

Simonella e i 62 milioni per il porto: «I soldi ci sono, corriamo. Via subito con dragaggio e arretramento del molo»
Simonella e i 62 milioni per il porto: «I soldi ci sono, corriamo. Via subito con dragaggio e arretramento del molo»
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Giovedì 5 Agosto 2021, 04:50 - Ultimo aggiornamento: 08:12

ANCONA - Correre, compatti. Sul fronte del porto Ida Simonella imprime la velocità di crociera della competitività e indica le priorità per raggiungerla: dragaggio e arretramento del molo della Lanterna Rossa, così da far entrare le navi in sicurezza.

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Due progetti su cinque puntano alla corsia preferenziale. Si è da poco conclusa la conferenza unificata – Presidenza del Consiglio, Anci, Regioni e Upi – che ratifica il riparto dei 3,2 miliardi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) per migliorare le infrastrutture portuali. Confermato: allo scalo dorico toccheranno 62 milioni. L’assessore, che è lì in rappresentanza del sindaco Valeria Mancinelli, sfronda: «Ora queste risorse vanno calate a terra, non sarà semplice. La storia del “prima io o prima tu” non serve. Dobbiamo lavorare tutti insieme. Rapidi». Non intende togliere meriti a nessuno, lei che tra le deleghe ha proprio quella del porto. «Bene ha fatto la Regione a pressare per ottenere i finanziamenti relativi a quelle schede di progetto elaborate, tutte, dagli uffici dall’Autorità di sistema portuale da 9 mesi». Riordina i fattori: «Il commissario Giovanni Pettorino per lo stesso obiettivo ha lavorato intensamente, così come la Mancinelli. Tutti hanno guardato nella stessa direzione, mantenendo tuttavia la propria autonomia. Adesso ci si deve muovere all’unisono». 
I numeri
Usa le cifre, la Simonella, per dimostrare che non sempre valgono le dovute proporzioni. «Degli oltre 150 milioni destinati, nel complesso, all’Autorità di sistema - ragiona - 60 vanno all’Abruzzo e più di 90 alle Marche, di cui 62 ad Ancona che da sola movimenta il 90% dei traffici della rete interregionale. Ma prendiamo ciò che viene». E via con la distribuzione interna delle risorse. L’assessore dettaglia: «Per realizzare il banchinamento del fronte esterno del molo Clementino, lato Fincantieri, propedeutico alla costruzione del nuovo terminal crociere, serviranno 22 milioni». Passa agli 11, indispensabili per il taglio del molo nord, quello della Lanterna Rossa che non può aspettare, rischiando di subire la rivalità di scali più agevoli. Arriva ai 12 milioni per le opere di dragaggio, sulle quali piazza l’asterisco dell’urgenza, e ai 7 per l’elettrificazione della banchine. «Una cifra – fa notare – per sostenere un primo passo importante verso la trasformazione green». Chiude sui 10 milioni da piazzare al capitolo “lungomare nord”: arretramento e velocizzazione della linea ferroviaria con i materiali di escavo dei fondali marini. 
Le fasi
L’iter non concede tregua. Torna a ribadirlo e soprattutto a dimostrarlo: «Nuova caratterizzazione, secondo le più attuali interpretazioni normative, autorizzazioni, gare ed esecuzione. Serve accelerare al massimo». Per la Simonella l’urgenza dell’operazione-dragaggio è addirittura metafora. «Si potrebbe procedere per gradi. Ma almeno un anno ci vorrà per una prima fase. Forse due. Ma significherebbe avere la banchina 26, che è quella operativa, dei container, a -14 metri. L’avremmo solo noi e Trieste». Velocità per competere. 
L’occasione 
A porre il sigillo è la Mancinelli, che è presidente per l’Associazione dei Comuni della commissione nazionale della città portuali. «L’intesa raggiunta riguarda due atti fondamentali non solo per il rilancio e per la competitività degli scali, ma soprattutto perché daranno un impulso concreto e sostanziale alla svolta sostenibile, che è ormai imprescindibile». Parla con l’Adriatico, che s’insinua in ogni angolo della sua Ancona, negli occhi. «Il tema della convivenza con il porto è una peculiarità tutta italiana, poiché la maggior parte dei nostri centri urbani si sono sviluppati, storicamente, attorno alle attività e agli spazi portuali. Avremo dunque, a partire da queste risorse, l’occasione concreta di ripensare in un’ottica più sostenibile le grandi zone produttive che, di fatto, si trovano all’interno delle nostre città». Sì, correre.
Maria Cristina Benedetti
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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