«Vi ammazzo tutti». Prima le urla, poi i colpi di pistola ad Ancona: così il poliziotto ha sparato

«Vi ammazzo tutti». Prima le urla, poi i colpi di pistola: così il poliziotto ha sparato (Nella foto: In alto il poliziotto Alessandro Giordano e sotto il ferito, Nicolò Giommi)
«Vi ammazzo tutti». Prima le urla, poi i colpi di pistola: così il poliziotto ha sparato (Nella foto: In alto il poliziotto Alessandro Giordano e sotto il ferito, Nicolò Giommi)
di Stefano Rispoli
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Lunedì 23 Gennaio 2023, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 24 Gennaio, 08:10

ANCONA - «Vi ammazzo tutti!». Poi i colpi. Uno, due. Le urla di dolore, il sangue, il rumore sordo di pugni e calci. Quindi, il rombo dei motori. «Raga andiamo, portiamolo all’ospedale o ci muore qua». Alle 4 del mattino un muro di paura cala su via Flavia, nel quartiere dorico del Q2. I residenti, svegliati di soprassalto dalle esplosioni, si affacciano alle finestre, qualcuno riprende con il cellulare, altri scendono in strada. Vicino alla fermata del bus, chiazze di sangue bagnate dal temporale e due bossoli esplosi dalla Beretta calibro 9x21 con cui Alessandro Giordano, poliziotto anconetano di quarant’anni in servizio alla Squadra Volanti di Civitanova, ha sparato contro il giovane Nicolò Giommi. 


La passione


Il 21enne - un ex pugile, attualmente senza lavoro - è stato raggiunto alla gamba da un proiettile che gli ha scheggiato l’osso del bacino: l’hanno operato all’ospedale di Torrette - e ora è fuori pericolo - dov’è stato portato dagli amici a bordo di un furgone che la comitiva aveva noleggiato per andare a tifare l’Ancona ieri a Gubbio, dopo il sabato sera trascorso in discoteca.

Una passione, quella per i colori biancorossi e l’ambiente della curva, condivisa dal poliziotto (i due infatti si conoscevano), anche lui finito al pronto soccorso per le ferite riportate nella colluttazione: dopo le dimissioni - 30 giorni di prognosi per un occhio tumefatto e segni di percosse alla testa e sul corpo - è stato condotto in questura per essere ascoltato.

La difesa del poliziotto: il colpo partito accidentalmente

Avrebbe lasciato intendere di aver sparato con la sua pistola d’ordinanza per difendersi da un’aggressione di gruppo: il primo colpo in aria, per allontanare tutti. Poi, mentre cadeva a terra, ne sarebbe partito un secondo, accidentale, quello che ha rischiato di uccidere il giovane ultrà. L’arma e i vestiti che indossava sono stati sequestrati e ieri sera è stato disposto il fermo con l’accusa di tentato omicidio e lesioni. Ora è ai domiciliari, in attesa dell’interrogatorio del gip.

Un regolamento di conti: è lo scenario, inquietante, delineato dagli investigatori della Squadra Mobile che, insieme ai colleghi della Scientifica, hanno raccolto prove e testimonianze dopo la sparatoria in via Flavia. Che ha avuto un prologo in discoteca e un epilogo al pronto soccorso di Torrette, dove è scoppiato un parapiglia tra gli amici e i familiari di Giommi - arrivato alle 4,34 in codice rosso - e quelli di Giordano, giunto in ambulanza alle 6,58, scortato dalla polizia che lo era andato a prelevare a casa. Una rissa da paura, sotto gli occhi di personale e pazienti in attesa, sedata dagli agenti delle Volanti che per ore hanno blindato il pronto soccorso, consentendo l’accesso solo ai pazienti. Ma è sul preambolo che ora si concentrano le attenzioni degli investigatori. Secondo una prima ricostruzione, il poliziotto - allontanato nel 2016 dalla questura di Ancona con un provvedimento disciplinare per problemi di droga, trasferito a L’Aquila e poi a Civitanova - avrebbe trascorso la serata - così riferiscono testimoni - a bere in un bar e in un ristorante a un compleanno.


La lite


Attorno alle 2 si è presentato al Nyx, discoteca della Baraccola, dove ha incrociato l’ex pugile e il suo gruppo. Vecchie ruggini, uno scambio di accuse, poi si è accesa la miccia. La security ha spento sul nascere la zuffa, cacciando Giordano dal locale. Mentre saliva in auto, avrebbe sfidato Nicolò e gli amici. «Vi aspetto sotto casa, venite se avete il coraggio, vi ammazzo tutti», avrebbe urlato.

Istigazioni e minacce che - stando ai primi riscontri, ancora da accertare - avrebbe ripetuto con telefonate e messaggi inviati in seguito ai rivali. Alle 4 del mattino la comitiva di giovani - erano in 4 o 5 - si è presentata in via Flavia, dove il 40enne vive con la madre. Sembra fosse già sotto casa, armato di pistola. Come e perché un poliziotto fuori servizio sia arrivato a sparare a un ragazzo, è tutto da chiarire. Ha mirato di proposito contro il 21enne, come reputano gli inquirenti, vivo solo grazie all’intervento degli amici che avrebbero disarmato a calci e pugni il poliziotto per poi accompagnare all’ospedale Nicolò sanguinante a bordo del furgone? Oppure l’agente si è voluto difendere da un’aggressione, come ha lasciato intendere nel colloquio in questura, torchiato dai suoi ex colleghi che, all’alba, erano andati a prelevarlo a casa, dove hanno trovato anche l’arma? 

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