Pm10, primo sforamento ad Ancona: l’aria torna irrespirabile. Allarme anche per le Pm2.5

La centralina della Cittadella
La centralina della Cittadella
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Venerdì 10 Gennaio 2020, 06:39 - Ultimo aggiornamento: 7 Marzo, 14:20

ANCONA - Anno nuovo, vecchi problemi. Impossibile nascondere le polveri sotto il tappeto perché vibrano nell’aria e, per quanto sottili, si possono vedere ad occhio nudo, dicono gli esperti. Pulviscolo dannosissimo per l’uomo, sprigionato dagli scarichi di auto, fabbriche, impianti di riscaldamento e camini a legna. Sole, assenza di precipitazioni e scarso vento formano un mix terribile per la salute: innalzano il livello di inquinamento dell’aria e favoriscono l’inalazione di particelle che, secondo studi epidemiologici, possono provocare tosse, catarro, l’infiammazione delle vie respiratorie, crisi di asma bronchiti e, nei casi più gravi, problemi cardiocircolatori.

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Il 2020 è cominciato con una notizia allarmante: lo sforamento del limite di guardia del Pm10, particolato formato da particelle inferiori a 10 micrometri (meno di un centesimo di millimetro) capaci di penetrare nel tratto respiratorio superiore (naso e laringe). È successo il 3 gennaio, quando la centralina della Cittadella ha registrato la media di 58 µm per metro cubo rispetto a una soglia massima di 50. È il primo sforamento del 2020 per quanto riguarda le Pm10 (ne sono consentiti al massimo 35 in un anno dalla legge), ma a preoccupare sono anche le Pm2,5 ancor più pericolose perché si spingono nella parte più profonda dell’apparato respiratorio, fino a raggiungere i bronchi. Dall’inizio dell’anno la soglia massima di queste particelle ultrafini è stata costantemente oltrepassata con una media superiore ai 30-40 micrometri per mc rispetto ai 25 consentiti.

Al Nord va peggio, al punto che in tre regioni è scattato il blocco del traffico e a Torino si è perfino deciso di vietare la circolazione ai diesel Euro 5. Ma Ancona non sorride: il 2019 si è chiuso con 12 sforamenti delle Pm10 (record l’8 febbraio con 68 microetri per mc) considerando sia la centralina fissa nel parco della Cittadella (7) sia quella mobile posizionata all’ex Verrocchio, vicino alla stazione ferroviaria, che ha rilevato 5 sforamenti tra gennaio e aprile: da giugno, però, i dati di quest’ultima non sono più disponibili sul sito dell’Arpam, anomalia che è stata oggetto di una recente interrogazione in consiglio comunale. Dall’Arpam spiegano che si è trattato di «un problema tecnico relativo a un campionamento non automatico che impedisce il caricamento diretto dei dati: a brevissimo li inseriremo».
Michele Polenta, neo assessore all’Ambiente, ha risposto con una nota dello stesso istituto in cui si sottolinea che «la centralina della stazione ha regolarmente funzionato, come dimostrano i grafici dal 1° giugno al 12 dicembre da cui si evince che l’andamento delle polveri Pm 2,5 sono gli stessi nelle due centraline di Cittadella e Verrocchio, quasi sovrapponibili. Le polveri solide, infatti, rispetto ai gas hanno un andamento diffuso, rilevabile e quindi attendibile su entrambe le centraline».

Insomma, secondo Polenta da maggio in poi la sentinella della stazione non avrebbe registrato sforamenti. Le opposizioni, però, insistono. In una nota, il consigliere Gianluca Quacquarini (M5S) evidenzia che «ad Ancona tutto tace dopo che a dicembre la centralina della Cittadella aveva rilevato degli sforamenti prima che le festività entrassero nel vivo, figurarsi in centro: da dicembre nessuna notizia di dati o sforamenti, uno strano silenzio. Da altre parti si allargano le Ztl e si creano parcheggi scambiatori, da noi tutto l’opposto». A dire il vero, da metà dicembre dalla Cittadella non è mai scattato l’allarme, con valori che solo nei giorni 20 e 27 hanno toccato i 43 micrometri per mc. Resta però il vuoto statistico della centralina gemella del Verrocchio.

Anche Maurizio Sebastiani (Italia Nostra) incalza: «I dati sono parziali e non rendono conto del vero inquinamento, che è sottostimato alla grande - dice -. Magari l’aria della Cittadella fosse quella che respirano gli anconetani. Quando c’erano le centraline al porto e in via Bocconi eravamo tra le 5 città più inquinate d’Italia. Altro che nuovi parcheggi, qui bisogna adottare soluzioni drastiche come il traffico limitato in centro, con ingresso consentito solo ai residenti e alle auto elettriche, incentivare il trasporto pubblico e ripristinare la stazione marittima».

Un quadro più preciso arriverà dai 22 mini-campionatori mobili di polveri sottili installate nell’ambito del progetto Pia (Piano inquinamento Ancona) elaborato dell’allergologo Floriano Bonifazi in collaborazione con l’Arpam, primo passo del progetto antismog del 2016: i dati acquisiti dalle sentinelle dell’aria nei primi 6 mesi dovrebbero essere diffusi entro gennaio per valutare l’esposizione della popolazione alle polveri sottili, ma anche ai pollini di erbe e piante. Proprio oggi l’assessore Polenta incontrerà il dottor Bonifazi per un aggiornamento della situazione.

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