Ancona, il Pincio come un hotel a zero stelle: c'è chi si accampa nella toilette

Ancona, il Pincio come un hotel a zero stelle: c'è chi si accampa nella toilette
Ancona, il Pincio come un hotel a zero stelle: c'è chi si accampa nella toilette
di Claudio Comirato
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Mercoledì 26 Ottobre 2022, 03:10 - Ultimo aggiornamento: 17:01

ANCONA- Persone che dormono dentro i bagni pubblici, interdetti al pubblico per problemi strutturali. Succede al parco del Pincio ad Ancona dove due stranieri in attesa di regolarizzare la propria posizione in Italia hanno realizzato una dimora dove trascorrere la notte.

La segnalazione

E allora, dove una volta c’erano le toilette, sono stati posizionati dei cartoni e dei materassi con una fila di panni stesi aal sole, calzature comprese. Una condizione igienico-sanitaria da terzo mondo che aveva già visto il Comune allontanare questi disperati già nei giorni scorsi. Tuttavia, nel fine settimana i clochard sono tornati a vivere e dormire all’interno dei bagni in disuso del parco. A nulla è valso il tentativo di bloccare la porta con una sorta di pannello in poliuretano. Una situazione, quella dei senza fissa dimora, che è diventata un problema per il capoluogo di regione la cui soluzione non può certo passare per sgomberi o rimozioni, in quanto chi non ha un posto dove dormire si mette poi alla ricerca di un nuovo bivacco. E allora a distanza di qualche settimana ecco che sono spuntati di nuovo materassi e coperte all’ex stazione marittima, nel complesso del vecchio cardiologico Lancisi, in piazza Fontana, agli Archi, al Passetto e nella zona del parco del Pincio oltre che lungo la strada che sale in direzione della Cattedrale di San Ciriaco.

I clochard ovviamente non si fidano di nessuno in quanto almeno per il momento sono clandestini a tutti gli effetti, in attesa di regolarizzare la propria posizione, ma la burocrazia esige i suoi tempi. Si tratta per lo più di uomini in età compresa tra i 20 e 50 anni provenienti dall’India, dal Pakistan e da numerosi stati africani colpiti da guerre e carestia. Un allarme che in questi giorni è stato rilanciato anche dalla Prefettura di Ancona che ha sollecitato la ricerca di strutture collettive per dare una degna assistenza a queste persone. Senza documenti, infatti, è impossibile accedere ai servizi offerti dal Comune di Ancona in termini di assistenza e allora non resta che vivere in strada al punto di occupare i bagni pubblici per ricavarsi un posto dove trascorrere la notte al riparo. Secondo una stima, sarebbero oltre 100 le persone che vivono ai margini della città in attesa del riconoscimento dello status di rifugiati e che al momento possono contare solo su un piatto di pasta offerto alla Mensa del Povero in corso Mazzini, l’unico posto dove non vengono chiesti i documenti.

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