In piazza va in scena la mobilitazione. Crisi-spettacolo, in 300 chiedono aiuto

In piazza va in scena la mobilitazione. Crisi-spettacolo, in 300 chiedono aiuto
In piazza va in scena la mobilitazione. Crisi-spettacolo, in 300 chiedono aiuto
di Andrea Maccarone
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Sabato 31 Ottobre 2020, 07:10

ANCONA - I lavoratori dello spettacolo scendono in piazza. In trecento per far sentire la propria voce. Ieri mattina in piazza del Papa è andata in scena la protesta indetta da Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil. Le delegazioni hanno incontrato il Prefetto perché si faccia portavoce con la Regione degli otto punti programmatici stilati dalle organizzazioni di settore. 

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La protesta Assodanza, Coordinamento Artisti Marche, rappresentanti dei teatri, tecnici, circensi e luna park.

Il movimento dello spettacolo, a tutti i livelli, per la prima volta si unisce e protesta contro lo stop alle attività. Un segmento ormai fermo dal lockdown di marzo, con riflessi drammatici su tutto il compartimento. «Bisogna affrontare l’emergenza, ma soprattutto guardare al futuro ed ottenere interventi strutturali come l’aggiornamento della legge regionale sullo spettacolo – si legge nel volantino diffuso ieri mattina dalle tre sigle sindacali che hanno guidato la manifestazione – costituire un tavolo permanente con i rappresentanti delle forze lavoro e degli artisti per individuare forme di sostegno alle realtà strutturate e non solo». Con i teatri chiusi, c’è un’intera filiera in completo stallo ormai da mesi. 


A poco è servita la ripresa estiva col contagocce. «Dobbiamo smetterla di pensare che i teatri siano luoghi non sicuri – ha detto al megafono il presidente della Form, Carlo Pesaresi – così come tutti gli altri luoghi di cultura, come i cinema e gli spazi dove si crea pensiero. Restiamo uniti perché non passi questa idea». «Insieme abbiamo individuato quei punti focali che vogliono dare dignità agli artisti per la funzione sociale che hanno e per lo studio che portano avanti tutti i giorni – ha detto Andrea Fazzini, referente del Coordinamento Artisti Marche - speriamo che questa battaglia serva a riaprire subito i teatri. Ma se così non fosse, l’obbligo morale delle istituzioni è quello di mettersi subito in moto per cambiare la legislazione sullo spettacolo dal vivo a livello nazionale e locale».
Stanziare un ulteriore ristoro economico. Svolgere un ruolo di regia per la ripresa degli spettacoli. Costituire un osservatorio regionale stabile per l’interazione tra i soggetti coinvolti e aggiornare la legge regionale dello spettacolo. E ancora: più sostegni ai singoli e alle compagnie, censire gli spazi inutilizzati, sostenere gli artisti marchigiani e avviare borse di ricerca per le arti performative. Sono questi i punti fermi su cui i sindacati dello spettacolo chiedono alle istituzioni di porre subito attenzione.

«Vanno ripensate anche le forme di sostegno alla cultura – si legge nel documento congiunto – nessun progetto culturale è credibile se è basato su condizioni economiche e normative che producono concorrenza sleale. I lavoratori dello spettacolo rappresentano una ricchezza difficilmente sostituibile – prosegue il documento – e senza questo cambio di direzione giungeremo alla desertificazione professionale e al calo di qualità delle produzioni».

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