Deserta, grigia e dimenticata. I commercianti disperati: «Servono idee, ridateci la nostra piazza Pertini»

Il deserto di piazza Pertini
Il deserto di piazza Pertini
di Stefano Rispoli
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Venerdì 24 Settembre 2021, 04:05 - Ultimo aggiornamento: 08:35

ANCONA - «Com’è piazza Pertini? Basta osservarla». Vuota. Grigia. Senza identità. Chi lavora qui una vita, l’ha vista restare uguale a se stessa. Anzi, è peggiorata. E il Covid c’entra fino a un certo punto. I progetti di restyling? Finiti in congelatore. La copertura per i mercatini? Il giardino d’inverno? Le belle idee sono state rimandate di anno in anno. Ma intanto il degrado aumenta.

Il complesso scultoreo della Mater Amabilis è di nuovo bersaglio di vandali, senzatetto e alcolizzati: i Rinoceronti del compianto artista Valeriano Trubbiani sono diventati una pattumiera a cielo aperto, inavvicinabili per l’odore acre di escrementi che pervade la zona.

I writers hanno fatto il resto, lasciando scritte-spray ovunque. Le panchine in legno sono tutte sgangherate. La piazza è un deserto desolante e per rivitalizzarla non possono bastare - a detta degli stessi commercianti - iniziative sporadiche, come il pur apprezzato mercatino dell’antiquartiato che tornerà a fine mese. 


C’è chi rimpiange lo skate park. «Era l’unica cosa che davvero ha funzionato - ricorda Pieralfredo Egidi del Beer Shop Oltremalto -. I ragazzi che facevano evoluzioni attiravano anche le famiglie. Magari non portavano lavoro per noi, ma contribuivano a tenere lontani i tossici. Poi la struttura è stata rimossa per lasciare il niente. Non si tiene così una piazza. Ancora c’è chi pensa che gli eventi culturali o gli street food allontanino la gentaccia, ma è esattamente il contrario: credete a uno che sta qui da 12 anni». La soluzione? «Passare il testimone ai giovani - risponde Egidi -, attirandoli con qualcosa di interessante: è l’unico modo per evitare che piazza Pertini diventi una succursale di piazza Ugo Bassi». 


Ma c’è pure chi rimpiange i mercatini. «Solo quelli portano gente - sostiene Giada Buda del bar San Martino -. Ma servono appuntamenti fissi, se possibile a cadenza quotidiana, non eventi sporadici. Lavoro qui da 25 anni e non è cambiato niente, anzi. Qui è una disperazione». I commercianti sono stanchi delle promesse. «Ne abbiamo sentite tante, ma basta vederla la piazza per rendersi conto della situazione - dice Jessica Mengarelli del JM Caffè -. Non c’è un mercato, non c’è un’area verde, niente di niente. Il Comune si disinteressa e pensa solo a riscuotere: io sono costretta a lasciare l’auto alla Cittadella, ogni mattina, per evitare di pagare 20 euro di sosta al giorno. Sa da quant’è che chiediamo un permesso per parcheggiare?». E infatti i commercianti stanno pensando ad una petizione da presentare al sindaco. Simone Brandoni (Trattoria Nordio) però non si arrende: «Inutile lamentarsi e basta, siamo noi a dover proporre idee al Comune - dice -. Mi piacerebbe che uscisse un bando per il casottino di fronte al mio ristorante: vorrei organizzare aperitivi ed eventi fissi. Il mio sogno è ricreare una piccola piazza del Papa».

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