Gestione dei rifiuti, la svolta dopo 5 anni: approvato il Piano d'ambito, ma il comune di Jesi non ci sta

Il sindaco di Jesi, Massimo Bacci
Il sindaco di Jesi, Massimo Bacci
di Maria Cristina Benedetti
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Giovedì 7 Aprile 2022, 08:05

ANCONA - Dopo cinque anni di percorso travagliato c’è l’ok. L’Assemblea Territoriale d’Ambito, istituita dalla legge regionale 24 del 2009, per gestire e smaltire con formula integrata i rifiuti dell’Anconetano, ieri ha approvato il Piano d’ambito. In sintesi, l’atto fissa le regole e la messa in pratica. Daniele Carnevali ripassa dal via: «È previsto da una normativa, rispetto alla quale le Marche, nel processo di adeguamento, sono indietro».

Il presidente della Provincia di Ancona, e in quanto tale dell’Ata, non trattiene la soddisfazione: «Siamo stati i primi, a livello regionale, a portare a termine questo cammino, ribadisco, tribolato». 
Tutti tranne uno. Jesi ha deciso di non allinearsi agli altri 34 Comuni che insieme alla Provincia, con il 5% delle quote, sono la spina dorsale dell’assemblea. Sette gli astenuti. Ciascun municipio partecipa ed esercita le prerogative di voto in misura proporzionale, in base alla popolazione residente e alla superficie del territorio. «Un tragitto - riordina i fattori Carnevali - iniziato nel 2017. Lo scorso anno è stata deliberata ad agosto l’adozione, propedeutica all’avvio della procedura di approvazione definitiva, a cui sono seguite varie osservazioni». Fino a compiere il percorso netto. 
Coordinate che sono un punto di partenza, non di arrivo. Nel Piano sono indicati i possibili siti idonei per l’impiantistica. «Jesi e Ancona sono state individuate come aree dove realizzare il biodigestore per i rifiuti organici». Per lo spazzamento stradale si punterebbe su Maiolati o Montemarciano. Torna a dire, il presidente: «Nel secondo caso, poiché è stato richiesto un finanziamento nell’ambito del Pnrr, decideremo presto». Quel che è certo è che due società si sono fatte avanti per governare, insieme, raccolta ed eliminazione dell’immondizia. A proporsi sono la Ecofon, realtà per il ciclo dei rifiuti che mette insieme Osimo, Filottrano, Numana e Sirolo, e Viva Servizi che è il risultato di altri quarantadue centri della zona. 
«Ora – riprende il filo Carnevali – aspettiamo l’esito dell’istruttoria sull’auspicato housing provider pubblico, oppure si procederà con una gara.

Verrà valutata la proposta della Newco: deve rispondere ai requisiti di legge e a un piano industriale sostenibile». Un affare da 1,2 miliardi di euro per otto anni di gestione. Integrata. 

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