Circondato e pestato in 15 contro uno: «Punito per aver spinto un ragazzo a cambiare religione»

Circondato e pestato in 15 contro uno: «Punito per aver spinto un ragazzo a cambiare religione»
Circondato e pestato in 15 contro uno: «Punito per aver spinto un ragazzo a cambiare religione»
di Federica Serfilippi
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Martedì 22 Marzo 2022, 09:10

ANCONA - Circondato, bastonato, preso a calci e pugni nel cuore della notte. È l’assalto subito da un 22enne originario del Pakistan e residente a Senigallia che, a seguito del pestaggio, ha sporto denuncia ai carabinieri. Sarebbe stato anche rapinato di un iPhone 13, cellulare del valore di circa mille euro. L’ipotesi è che la violenza possa essere collegata a una sorta di ritorsione. Una spedizione punitiva, questo il sospetto nutrito dalla vittima, addirittura ordinata dal suo paese d’origine e legata a motivi religiosi. 
Le indagini
Intanto che si faccia luce sulla vicenda, il 22enne – che fa l’operaio – si è rivolto all’avvocato Domenico Liso per seguire da vicino l’indagine. È spaventato e teme che il gruppo di assalitori possa farsi ancora vivo per concludere quanto iniziato. A causa delle lesioni, è finito in ospedale con una prognosi iniziale di sette giorni: ha riportato varie contusioni e un trauma cranico. L’aggressione è avvenuta nei giorni scorsi in piazza Simoncelli. Il giovane pakistano, passata da poco la mezzanotte, stava andando verso la stazione ferroviaria. All’improvviso, l’agguato: la vittima ha raccontato ai carabinieri di aver visto un gruppo di connazionali (almeno 15) scendere da due furgoni e un’auto di piccola cilindrata. Non avrebbero avuto il volto coperto. Si sono avvicinati al 22enne e l’hanno picchiato: con un bastone, calci e pugni alla testa, sui fianchi e al volto.
L’aggressione
Una violenza durata almeno dieci minuti ed interrotta dall’arrivo di alcuni passanti che, immediatamente, hanno chiamato i soccorsi. Nella bagarre, al 20enne è stata anche sfilato dalla tasca del giubbetto il prezioso iPhone. Per le botte, il giovane è finito a terra, tramortito e sotto choc per quanto accaduto. Del gruppo di aggressori, la vittima avrebbe riconosciuto qualche componente. Il giorno dopo le percosse, il 20enne ha raccontato di aver avuto – sempre a Senigallia – un faccia a faccia con alcuni suoi connazionali, alcuni dei quali parte della comitiva dei presunti assalitori. «Togli la denuncia, altrimenti farai una brutta fine» il tenore della minaccia subita dal giovane operaio. 
La violenza, stando a una prima ipotesi, sarebbe legata a una ritorsione a sfondo religioso. Il 20enne, infatti, sarebbe stato accusato di aver indotto un ragazzo a cambiare il suo credo. L’input del pestaggio, una sorta di spedizione punitiva, sarebbe partito dunque dal Pakistan, dalla famiglia del giovane che avrebbe lasciato una corrente per abbracciarne un’altra (sempre nell’ambito dell’Islam). Un’ipotesi che, ovviamente, dovrà trovare gli appositi riscontri investigativi. 

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