ANCONA - Un drone e dispositivi Gps per ricostruire in una versione tridimensionale la sparatoria di via Flavia, quella che lo scorso 22 gennaio ha portato al ferimento del 21enne Nicolò Giommi per mano del poliziotto Alessandro Giordano, relegato ai domiciliari con l’accusa di tentato omicidio. È partita ieri poco dopo le 10 la perizia che la procura ha affidato al commissario Gaetano Rizza della Polizia Scientifica per cristallizzare, anche dal punto di vista virtuale, i momenti concitati della notte folle di via Flavia.
L’analisi
L’obiettivo della procura, che per questo accertamento ha dato al perito 60 giorni di tempo, è ricostruire i movimenti delle parti coinvolte, i punti dove sono stati esplosi i colpi e la posizione del 21enne al momento del ferimento.
Tutte le acquisizioni rilevate ieri serviranno al perito per ricostruire la dinamica al pc e rendere l’idea di quanto avvenuto quella notte, dopo una litigio in discoteca intercorso tra il poliziotto e il 21enne. Il pm Marco Pucilli ha anche chiesto al perito di analizzare i residui di polvere da sparo sui pantaloni di Giommi, attraverso l’uso dei reagenti cromogenici. L’accertamento consentirà di valutare, per quanto possibile, la distanza dello sparo che ha ferito il 21enne, sottoposto a un doppio intervento chirurgico a causa della lesione riportata.
Sono altre due le perizie chieste dalla procura: una riguarda l’analisi dei cellulari di Giommi e Giordano. Per la procura, negli scambi di messaggi mandati da Giordano a Giommi prima della sparatoria ci sono le tracce della contestata premeditazione. «Venite qui se avete il coraggio, vi ammazzo tutti» avrebbe più volte detto il 40enne. C’è poi la perizia medico-legale per valutare l’entità della ferita. I legali di Giordano, intanto, hanno fatto ricorso al Riesame per chiedere una misura più tenue rispetto a quella dei domiciliari.
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