Pasticceria e laboratorio distrutti
«Non mi arrendo, riapriremo presto»

Pasticceria e laboratorio distrutti «Non mi arrendo, riapriremo presto»
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Giovedì 5 Gennaio 2017, 11:28

ANCONA - «I danni non sono stati ancora quantificati, ma l’intenzione è quella di riaprire il prima possibile». Guarda avanti Paolo Di Maio, il titolare della pasticceria e del bar Rosa Nero di via Colleverde. I locali, composti dal laboratorio e dall’area vendita, sono andati completamente distrutti nella notte di lunedì per un incendio di vaste proporzioni che aveva costretto i vigili del fuoco ad ordinare l’evacuazione della palazzina che da 16 anni ospita l’attività commerciale.

I 12 appartamenti del civico 3 non avrebbero subito alcun danneggiamento. Discorso diverso, invece, per la pasticceria. Anche se ancora c’è da stabilire una somma per calcolare le conseguenze del rogo, i danni sembrano essere davvero ingenti. In pratica, del locale nel cuore del quartiere Grazie non c’è rimasto più nulla. Ci sono solo le insegne esterne, quasi integre dopo la deflagrazione, ad indicare quello che fino a pochi giorni fa era un’attività commerciale con centinaia di clienti. «Per capire come muoverci – ha detto il palermitano di Maio – dobbiamo aspettare la perizia tecnica. Bisogna valutare la situazione che ci si presenterà e poi vedremo che fare. L’obiettivo è sicuramente riaprire. Intanto, puntiamo sulla pasticceria di corso Amendola. Mi è rimasta solo quella».

L’incendio, secondo quanto rilevato dai vigili del fuoco, sarebbe scoppiato a seguito di un corto circuito partito da alcuni frigoriferi in tensione. Prima avrebbero innescato la miccia del rogo, poi provocato un’esplosione. Era stato proprio lo scoppio e l’odore insopportabile del fumo a svegliare i condomini del palazzo. Di lì, la chiamata al 115 che avevano ordinato, in via precauzionale, lo sgombero di tutto l’edificio. Sul posto, erano intervenuti anche i militi della Croce Gialla e le Volanti. In un secondo momento erano arrivati anche gli uomini della Polizia Scientifica per accertare le cause del rogo. L’ipotesi del dolo non sembra plausibile. Il proprietario era potuto arrivare solo nella tarda mattinata di martedì, visto che era in viaggio fuori Ancona con la moglie. «Sono andati distrutti 16 anni della mia vita» era riuscito a dire dopo il sopralluogo con i poliziotti. Avrebbe dovuto riaprire oggi. Rimarrà chiuso a lungo.

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