La parrocchia si scaglia
contro il Comune

La parrocchia si scaglia contro il Comune
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Martedì 18 Novembre 2014, 20:36 - Ultimo aggiornamento: 19 Novembre, 10:45
ANCONA - La parrocchia contro il Comune. Ha un po’ il sapore di Peppone e don Camillo, ma certo quelli erano altri tempi. Scene da film. Qui invece si va per vie legali. La parrocchia contro il Comune. Ha un po’ il sapore di Peppone e don Camillo, ma certo quelli erano altri tempi. Scene da film. Qui invece si va per vie legali. E galeotto è l’ex bocciodromo di Vallemiano. La Parrocchia di San Paolo Apostolo ha promosso ricorso al Tar Marche contro la diffida del Comune per la demolizione del vecchio manufatto che si trova sotto il viadotto della Ricostruzione. Diffida emessa dal servizio gestione edilizia alla fine dello scorso luglio perché quella struttura non risulta nelle carte comunali. E per giunta ha il tetto di amianto.

Una situazione nota che già ai tempi del sindaco Fabio Sturani si era cercato di affrontare, sempre con un provvedimento di demolizione.

L’atto della Parrocchia è stato notificato al Comune all’inizio di settembre. Ora la giunta ha deciso di costituirsi nel giudizio promosso davanti al Tribunale amministrativo. La Parrocchia chiede la sospensiva del provvedimento, in attesa della discussione nel merito della questione, che avrà tempi più lunghi.

Per Vallemiano, l’ennesima situazione critica. Il quartiere cerca da anni la via di un recupero che sembra in realtà sempre più difficile. La situazione sotto il viadotto della Ricostruzione è spesso di degrado. E sul fronte opposto del quartiere attende ancora la sistemazione e una destinazione il complesso dell’ex Mattatoio. Abbandonato il project financing cui si era pensato negli anni passati, attorno al recupero di quella cittadella non si è più ragionato. La Casa delle Culture resta unico baluardo. Appena più sotto, proprio la Chiesa di San Paolo Apostolo rappresenta uno dei pochissimi punti di aggregazione. Sotto il viadotto, la chiesetta di legno è un altro punto di riferimento. Oltre al bocciodromo lì da sempre ma mai esistito sulle carte, e con il tetto in amianto, ora all’attenzione della giustizia amministrativa.



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