Pannoloni a casa? «Magari, i pacchi qui non si vedono». Anziani e parenti in coda all’ex Crass

Pannoloni a casa? «Magari, i pacchi qui non si vedono». Anziani e parenti in coda all’ex Crass
Pannoloni a casa? «Magari, i pacchi qui non si vedono». Anziani e parenti in coda all’ex Crass
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Mercoledì 22 Gennaio 2020, 06:43
ANCONA  - Consegne non ancora effettuate o sbagliate, con gli aventi diritto o chi per loro costretti a lunghe file davanti all’ufficio preposto. È iniziato male l’anno per chi ha un’autorizzazione per la fornitura gratuita di pannoloni da parte dell’Asur. Fino a dicembre potevano essere ritirati in farmacia. Poi a gennaio tutto è cambiato. È stato infatti deciso che la ditta vincitrice del nuovo appalto di fornitura, la Serenity, avrebbe consegnato i pacchi a domicilio. Ma nessuno si è preoccupato di informare l’utenza, che lo è venuto a sapere soltanto al momento di recarsi in farmacia o dal proprio medico. «Io sono stata contattata dal call center della ditta – racconta una signora – che mi ha chiesto quale giorno preferivo per la consegna. Lì per lì sono stata persino contenta. Poi, però, alla data indicata non si è visto nessuno».

E non è un caso isolato, tanto che la Serenity si è vista costretta ad inviare all’ex Crass un proprio addetto per risolvere la questione. «Non avendo ricevuto il materiale – continua la signora – sono venuta all’Ufficio Protesi dove mi hanno detto che, non si sa per quale motivo, la pratica di mio padre era sospesa. Dopo averla sbloccata mi hanno assicurato che la fornitura sarebbe stata consegnata il 16 gennaio. Ma ancora niente». La signora non è sola. Ieri all’ufficio c’erano in fila almeno 30 persone, tra cui una 94enne con stampella. Alcuni non avevano ricevuto i pannoloni, altri li avevano ricevuti, ma non delle dimensioni giuste, altri ancora dovevano espletare le pratiche per ottenerli. A ognuno è stata data una risposta diversa. Per alcuni i pacchi sono in deposito e dovrebbero arrivare a breve. Qualcun altro deve aspettare una settimana. E c’è chi invece dovrà attendere fino a marzo, ma intanto potrà ritirare i pacchi non consegnati in farmacia. «Non c’è rispetto per le persone – dicono -. Molti i sono stati costretti a prendere giorni di permesso dal lavoro per venire qui e nel frattempo a pagare di tasca propria».