La controffensiva di Torrette: altre 10 postazioni Covid nel padiglione delle Malattie Infettive. Potenziato anche l'hub vaccinale

L'hub vaccinale di Torrette
L'hub vaccinale di Torrette
di Maria Cristina Benedetti
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Giovedì 30 Dicembre 2021, 05:05 - Ultimo aggiornamento: 14:27

ANCONA - La misura del tempo che stringe, che toglie terreno alle riflessioni, la danno i nove contagiati in attesa al pronto soccorso. Per sei di loro il ricovero è una certezza. Così è in un mercoledì pomeriggio a Torrette, a tre giorni dalla fine di un altro anno marchiato dalla pandemia. Così è. Il tempo, di riunire d’urgenza il Gec, il Gruppo esecutivo di crisi, e stabilire che già da oggi potrebbero servire altre dieci postazioni Covid per arginare l’ennesima avanzata del virus.

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La strategia non concede appello: quei letti a bassa intensità di cura, flessibili e convertibili in semintensiva, saranno attivati al piano zero della palazzina di Malattie infettive. Si tratta ancora di posti generati dal decreto legge nazionale numero 34 del 2020 che si sommeranno a quelli già destinati alla causa: i 20 della Clinica e gli altrettanti della Divisione, sempre di Malattie infettive, e i 20 del 2R, il reparto dov’erano state attivate le nuove terapie intensive. L’ultima riconversione, incisa nell’adeguamento del piano pandemico, era avvenuta tra il 23 e il 24 dicembre. Ci risiamo, neppure cinque giorni dopo. Il disegno difensivo, tuttavia, non sarà di applicazione immediata: non si potrà passare all’azione se non il 2 o il 3 gennaio per via della cronica mancanza d’infermieri. Nell’attesa si lavora su altri reparti che, nel caso si rendesse necessario, potrebbero mettersi a disposizione. Subito, tant’è che oggi con il Gec si replica. Il tempo, che stringe. 
Non solo corsie. La controffensiva degli Ospedali Riuniti passa anche dal piano meno uno, Aula Totti, la roccaforte vaccinale di Torrette, un ingranaggio che gira, sette giorni su sette, su quattro linee alla velocità dei 300 sieri al dì. Dal lunedì al venerdì si immunizza dalle 8 alle 15. Il fine settimana si anticipa la chiusura alle 13. Qui lo scatto in avanti potrebbe mettere in produzione una postazione in più, ma soprattutto arrivare a coprire tutta la giornata. Il campo è ancora quello delle ipotesi. La certezza è che ieri sono state somministrate altre 336 dosi: 24 prime, 40 seconde e 273 terze. Nel pomeriggio sono passati per la via della profilassi anche 20 bambini, tra i 5 e gli 11 anni. Riorganizzazione imponente è la parola d’ordine che arriva da Palazzo Raffaello. 
I numeri incalzano, precipitosa è la corsa delle varianti. In via Conca la mappa aggiornata dei ricoveri per contagio ne dà 37 in bassa intensità di cura, dieci in intensiva, uno in più del giorno precedente, e sette in semi. Sul totale dei 54 non sono vaccinati in 35. Un’amara contabilità alla quale vanno aggiunti i nove infettati in attesa al pronto soccorso. Al Salesi, il materno-infantile, degli otto degenti positivi uno è in rianimazione pediatrica.
Gli ospedali reggono ancora il nuovo scontro frontale con il Coronavirus anche se lento e progressivo è l’aumento dei ricoveri. È la logica dei numeri che erode il terreno.

Ancona e dintorni mantengono il primato peggiore con oltre 560 contagi. «Di questo passo vedo inevitabile il rischio della zona arancione»: così commenta sconsolato a metà giornata il governatore Acquaroli il nuovo record regionale di casi in 24 ore: 1.707 con l’incidenza che sale. Così è.

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