Ospedale di Torrette ancora al limite. Contucci, responsabile dell'Obi: «Il Covid va combattuto fuori dai nostri reparti»

Ospedale di Torrette ancora al limite. Contucci, responsabile dell'Obi: «Il Covid va combattuto fuori dai nostri reparti»
Ospedale di Torrette ancora al limite. Contucci, responsabile dell'Obi: «Il Covid va combattuto fuori dai nostri reparti»
di Maria Cristina Benedetti
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Mercoledì 31 Marzo 2021, 02:35 - Ultimo aggiornamento: 07:53

ANCONA -  Niente processione di ambulanze, con positivi a bordo in attesa di ricovero, ma reparti-Covid al limite della sopportazione. La curva di Torrette, che resiste agli attacchi della pandemia, è un susseguirsi di picchi, che rientrano per poi rialzarsi il momento successivo.

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Così come è accaduto ieri, dopo un lunedì da dimenticare, con le bombole d’ossigeno e le prese di corrente portate fin nel parcheggio del pronto soccorso.

Si era arrivati a contare 142 accessi nell’area di prima emergenza, diciotto dei quali erano contagiati sospetti. Susanna Contucci, responsabile dell’Obi, l’Osservazione breve intensiva, non ha pace. Neppure quando la corda dell’urgenza sembra essere meno tesa: «Oggi (ieri, ndr) la pressione è meno forte perché siamo riusciti a dimettere. Fuori, per ora, non ci sono mezzi di soccorso che aspettano in coda». 


Ripassa veloce la mappa dei letti: «Su 22 postazioni Coronavirus, allestite nel pronto soccorso, 15 sono quelle occupate. C’è ancora qualche disponibilità. Magari si potrà affrontare la notte con un po’ di tranquillità». Non azzarda a dire tregua. «Qui arrivano ormai solo casi gravi, anche pazienti di 60, 50 e 40 anni. No, un anno fa non era così». Con il garbo, che riesce a mantenere persino nella trincea più dura, si sfoga: «Il nostro ospedale ha fatto di tutto: ha riconvertito letti, sacrificato reparti, ma la verità è che questo virus si deve combattere fuori di qui. Si deve stare attentissimi, non bisogna contagiarsi. E poi si deve correre con i vaccini». Ripete, con tono severo: «Correre». Una necessità, estrema, incisa nelle cifre. «Basta leggere il numero quotidiano dei nuovi positivi e considerare il fatto che il 10% passerà di qui». Non allenta la presa neppure sui dati, confortanti, del bollettino del Servizio Salute. Il numero più alto di contagi, tra i 333 risultati a livello regionale dai tamponi molecolari, ieri non s’è registrato in provincia di Ancona: con 43 casi è la prima volta che accade da molte settimane. La Contucci, tuttavia, mette in guardia: «La conseguenza di quelle cifre in miglioramento nelle nostre corsie si noterà solo tra una decina di giorni». Vietato distrarsi, perché il Covid continua a uccidere: nel report di ieri si contavano due vittime, una 78enne e un 93enne di Falconara.


Resistere. A Torrette significa soprattutto procedere per piani paralleli. Da lunedì è iniziata la maratona – al ritmo di 150 dosi al giorno - per vaccinare oltre duemila pazienti più fragili, ricoverati o in cura. In un ambulatorio, attrezzato con quattro poltrone, nel reparto di Malattie Infettive prosegue la somministrazione degli anticorpi monoclonali, un’altra arma contro il virus, alternativa al ricovero e destinata sempre a quei soggetti classificati al massimo del rischio. La terapia è stata avviata in via sperimentale nelle Marche alle quali per ora sono state inviate 400 dosi, stoccate nell’ospedale regionale, che ieri era quasi al completo. Tutti occupati i 38 posti di rianimazione, come pure i 27 di sub-intensiva. Dei 76 letti nei reparti ordinari, ne erano disponibili appena cinque. Pronte per essere attivate sei postazioni di semi-intensiva al Cov4. Perché la curva degli attacchi della pandemia è un susseguirsi di picchi. Che rientrano, per poi rialzarsi.

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