ANCONA - Niente processione di ambulanze, con positivi a bordo in attesa di ricovero, ma reparti-Covid al limite della sopportazione. La curva di Torrette, che resiste agli attacchi della pandemia, è un susseguirsi di picchi, che rientrano per poi rialzarsi il momento successivo.
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Così come è accaduto ieri, dopo un lunedì da dimenticare, con le bombole d’ossigeno e le prese di corrente portate fin nel parcheggio del pronto soccorso.
Ripassa veloce la mappa dei letti: «Su 22 postazioni Coronavirus, allestite nel pronto soccorso, 15 sono quelle occupate. C’è ancora qualche disponibilità. Magari si potrà affrontare la notte con un po’ di tranquillità». Non azzarda a dire tregua. «Qui arrivano ormai solo casi gravi, anche pazienti di 60, 50 e 40 anni. No, un anno fa non era così». Con il garbo, che riesce a mantenere persino nella trincea più dura, si sfoga: «Il nostro ospedale ha fatto di tutto: ha riconvertito letti, sacrificato reparti, ma la verità è che questo virus si deve combattere fuori di qui. Si deve stare attentissimi, non bisogna contagiarsi. E poi si deve correre con i vaccini». Ripete, con tono severo: «Correre». Una necessità, estrema, incisa nelle cifre. «Basta leggere il numero quotidiano dei nuovi positivi e considerare il fatto che il 10% passerà di qui». Non allenta la presa neppure sui dati, confortanti, del bollettino del Servizio Salute. Il numero più alto di contagi, tra i 333 risultati a livello regionale dai tamponi molecolari, ieri non s’è registrato in provincia di Ancona: con 43 casi è la prima volta che accade da molte settimane. La Contucci, tuttavia, mette in guardia: «La conseguenza di quelle cifre in miglioramento nelle nostre corsie si noterà solo tra una decina di giorni». Vietato distrarsi, perché il Covid continua a uccidere: nel report di ieri si contavano due vittime, una 78enne e un 93enne di Falconara.
Resistere. A Torrette significa soprattutto procedere per piani paralleli. Da lunedì è iniziata la maratona – al ritmo di 150 dosi al giorno - per vaccinare oltre duemila pazienti più fragili, ricoverati o in cura. In un ambulatorio, attrezzato con quattro poltrone, nel reparto di Malattie Infettive prosegue la somministrazione degli anticorpi monoclonali, un’altra arma contro il virus, alternativa al ricovero e destinata sempre a quei soggetti classificati al massimo del rischio. La terapia è stata avviata in via sperimentale nelle Marche alle quali per ora sono state inviate 400 dosi, stoccate nell’ospedale regionale, che ieri era quasi al completo. Tutti occupati i 38 posti di rianimazione, come pure i 27 di sub-intensiva. Dei 76 letti nei reparti ordinari, ne erano disponibili appena cinque. Pronte per essere attivate sei postazioni di semi-intensiva al Cov4. Perché la curva degli attacchi della pandemia è un susseguirsi di picchi. Che rientrano, per poi rialzarsi.