Si fa accompagnare dai figli al pronto soccorso, all'infermiere rivela: «Respiro male, ho il Covid». Choc all'ospedale

Un paziente all'ospedale di Torrette
Un paziente all'ospedale di Torrette
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Lunedì 4 Ottobre 2021, 03:35 - Ultimo aggiornamento: 08:30

ANCONA - Positiva al Covid, invece di chiamare lambulanza si fa portare in ospedale dai due figli. Ennesimo episodio tutto da censurare al pronto soccorso dell’ospedale regionale di Torrette dove, sabato mattina, al triage si è presentata una donna di 45 anni accompagnata dai due figli. Alla richiesta da parte dell’infermiere di sapere per quale fosse il motivo del suo arrivo all’ospedale, la donna non ha esitato a raccontare di essere positiva al Covid e di essersi fatta accompagnare dai figli che erano con lei per un principio di difficoltà respiratoria. 


A questo punto all’infermiere del triage non è restato altro da fare che far entrare immediatamente la donna originaria dell’est Europa nell’area Covid, invitando i due figli ad andare a casa a mettersi in isolamento, ma sopratutto a sottoporsi a tampone onde evitare di contagiare, in caso di positività al virus, altre persone.

Un comportamento da censurare che non ammette scusanti in tal senso: da oltre 18 mesi, cioè da quando è esplosa la pandemia, in Italia non si fa altro che ripetere che in caso di positività al Covid per recarsi in ospedale è necessario ricorrere al 118, proprio per garantire il trasporto del paziente al pronto soccorso in piena sicurezza, invitando i familiari a rimanere in casa per il periodo della quarantena.

Appelli che purtroppo cadono nel vuoto e allora, spesso per disinteresse o superficialità, si continua a mettere in pericolo la salute altrui. Casi come questi al pronto soccorso di Torrette sono all’ordine del giorno: basti pensare che la scorsa settimana un’intera famiglia originaria del Bangladesh, tutti contagiati dal virus, non hanno esitato a prendere l’autobus per recarsi all’ospedale.

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