ANCONA - «Sono uscito di casa per uccidere Michele. È lui la causa dei miei fallimenti». Pensieri e parole di Mattia Rossetti, il 26enne anconetano arrestato la mattina dell’Immacolata con l’accusa di aver inferto almeno 9 coltellate a quello che un tempo considerava un amico, il coetaneo ed ex compagno di scuola Michele Martedì. L’ha aggredito alle spalle, mentre parlava all’uscito dal parco con un vicino che ha visto tutto e l’avrebbe sentito gridare: «Pezzo di m...» prima di pugnalarlo.
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Durante l’interrogatorio, durato circa un’ora, l’indagato ha ricostruito di fronte al pm Irene Bilotta e ai carabinieri del Nucleo investigativo gli attimi dell’aggressione lungo la stradina di via Maggini 204 e la breve fuga terminata in un palazzo a poca distanza. Una ricostruzione lucida e dettagliata. Mattia non avrebbe provato a scrollarsi di dosso le sue responsabilità, anzi le ha ammesse. Tanto che la procura ha contestato l’omicidio volontariato con l’aggravante della premeditazione: il delitto, dunque, sarebbe maturato in un contesto ponderato e temporalmente rilevante.
Niente raptus, ma un disegno preciso, formalizzato con la volontà di uccidere il parrucchiere con un coltello a serramanico (acquistato non si sa bene quando, sono in corso accertamenti) trovato addosso all’indagato al momento della cattura in un appartamento al civico 220 di via Maggini: si era rifugiato lì, a casa di una coppia di conoscenti che poi hanno avvertito il 112. Sul muro del condominio, dove si è appoggiato, ci sono ancora tracce di sangue. Il pm ha contestato al 26enne (incensurato ma con una denuncia pendente per percosse e violenza privata) un’altra aggravante: lo stalking. Atti persecutori nei confronti della vittima, per gli investigatori diventata negli ultimi mesi una vera ossessione per Mattia, che imputava all’ex compagno di scuola di essere la causa dei suoi fallimenti e, soprattutto, di aver ostacolato la sua relazione con una ragazza, avuta in passato. Una circostanza, quest’ultima, tuttora al vaglio degli inquirenti, dato che la liaison – se mai si fosse concretizzata - risalirebbe a molto tempo fa. Mattia faceva riferimento a una ragazza anche nel video pubblicato su Facebook, tra insulti e improperi contro Michele.
Il cellulare e il pc dell’indagato sono stati sequestrati.