Niente confisca, riapre il campeggio di Portonovo tenuto sotto chiave per 12 anni

Niente confisca, riapre il campeggio di Portonovo tenuto sotto chiave per 12 anni
Niente confisca, riapre il campeggio di Portonovo tenuto sotto chiave per 12 anni
di Lorenzo Sconocchini
4 Minuti di Lettura
Giovedì 17 Febbraio 2022, 07:00

ANCONA - Schivata l’ultima bordata della Procura generale, che insisteva nel chiedere la confisca dell’area con vista sulla baia, vuoi vedere che dopo 12 anni dal sequestro riapre il campeggio “Il Conero” sopra Portonovo? Pare proprio di sì, nonostante i precedenti inducano ancora a qualche cautela.

Ogni estate - ormai dal 2014, dopo le prime sentenze favorevoli - sembrava quella buona. Ma ogni estate mancava qualcosa, un permesso del Comune o un nulla osta dell’ente Parco del Conero, per vedere rianimarsi le 120 piazzole per camper e roulotte e i 40 posti tenda del camping inaugurato nel giugno 2008 su una collina che gli anconetani chiamano l’area del contadino, ma poi fatto sequestrare dalla Procura il 3 giugno 2010 per presunti abusi edilizi e violazioni paesaggistiche. 
Da allora i circa 80 soci della Cooperativa “Campeggio Il Conero”, proprietari dell’area attrezzata, che avevano trasferito il vecchio camping Adriatico vicino al mare nel terreno sopra la baia, non hanno più potuto campeggiare, anche se alcuni di loro a volte entravano per lavori di manutenzione o solo per godersi qualche ora nella bellezza del paesaggio.
Il verdetto
L’altro ieri in Corte d’appello c’è stata l’ultima sentenza favorevole, che ha confermato le assoluzioni per il reato di lottizzazione abusiva dell’ex presidente della coop Orlando Natalucci, di due funzionari comunali e di tecnici e titolari delle imprese esecutrici. Per una situazione paradossale, a dover chiedere l’assoluzione è stato l’avvocato di parte civile Riccardo Leonardi, legale della cooperativa “Campeggio Il Conero”, visto che anche in presenza di reati prescritti era ancora possibile applicare la sanzione accessoria della confisca dell’area, un terreno di circa 84mila mq. Insomma, l’unica a rischiare era la cooperativa. C’è sempre la possibilità che la Procura generale faccia ricorso per Cassazione, prolungando una vicenda giudiziaria che si trascina ormai da 12 anni, ma intanto un altro scoglio è superato.
«Tiriamo un sospiro di sollievo, ma in realtà questo pericolo della confisca per noi non è mai esistito, visto che la cooperativa ha rispettato la legge e non ha alterato il paesaggio», si limitava a dire ieri l’attuale presidente della coop Vincenzo Monaco, rimettendo ogni altra considerazione ai legali dello Studio Leonardi. Cosa manca ancora, per riaprire un campeggio capace di dare accoglienza a seimila vacanzieri a stagione? «Ormai il percorso avviato con il Comune di Ancona e il Parco del Conero per trovare soluzioni condivise - spiega l’avvocato Riccardo Leonardi - ha portato all’esito favorevole delle conferenze dei servizi sulle opere ancora da realizzare, che riguardano le nuove paline dell’illuminazione e gli scarichi delle acque piovane. Sono lavori realizzabili in poco tempo, per cui noi come legali della cooperativa riteniamo che il campeggio possa certamente riaprire per la prossima stagione estiva. L’ultima sentenza della Corte d’appello, che esclude ancora una volta il reato di lottizzazione abusiva e la confisca, ha ridato fiducia e ottimismo ai soci della coop. Anche se purtroppo qualcuno di loro non è riuscito a vedere la fine di questa vicenda lunga e accidentata e ora non c’è più, sostituito dagli eredi».
Nei giorni scorsi la cooperativa “Campeggio Il Conero” ha ottenuto il via libera da Comune e Parco del Conero per installare i nuovi corpi illuminanti, alti non più di 90 cm, che sostituiranno il vecchio impianto. L’ente Parco ha chiesto un particolare tipo di materiale, in corten, e faretti con intensità luminosa tale da non disturbare la fauna selvatica. Si è trovato un compromesso con l’esigenza di non lasciare troppo al buio il campeggio, rischiando cadute e incidenti, così i lavori per installare le luci inizieranno a giorni. C’è il permesso a costruire anche per l’opera di urbanizzazione chiesta dal Comune per gli scarichi delle acque meteoriche. In caso di piogge abbondanti, le acque verrebbero convogliate per garantire il corretto deflusso verso il mare. «Sarà realizzata una piccola opera di ingegneria naturalistica - spiegano i legali dello studio Leonardi -, finalizzata a mitigare il tratto di tubazione adiacente la spiaggia». 
I permessi
Poi bisognerà aggiornare un paio di permessi rilasciati dal Comune.

Come il certificato di agibilità del campeggio, che non è stato mai revocato ma - passando da una procedura di sanatoria di abusi edilizi - si ritiene opportuno rinnovare. Nel maggio 2019 il Comune aveva infatti rilasciato alla cooperativa il permesso a costruire in sanatoria le staccionate e la pavimentazione del blocco servizi, opere già realizzate. Va rinnovata anche la licenza commerciale, rilasciata all’epoca a una società di gestione, costituita dalla cooperativa stessa, che ora l’ha incorporata. Siamo davvero agli ultimi ritocchi, poi il campeggio riaprirà. A 12 anni dal sequestro.

© RIPRODUZIONE RISERVATA