Il nuovo questore Capocasa: «Via degrado e clandestini». E annuncia il ritorno dei poliziotti di quartiere

Il nuovo questore di Ancona, Cesare Capocasa
Il nuovo questore di Ancona, Cesare Capocasa
di Stefano Rispoli
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Venerdì 29 Ottobre 2021, 09:05

ANCONA - Sarà il questore anti-degrado. Perché è nelle sacche dell’incuria e dell’abbandono che si nasconde il pericolo. «Sicurezza urbana» è il concetto chiave affermato da Cesare Capocasa, il nuovo questore di Ancona. Sessant’anni, gli ultimi 4 spesi nelle questure di Imperia e Ferrara, il fratello di Oreste (già al comando degli uffici di via Gervasoni fino al 2019) cita Papa Francesco («Il vero potere è il servizio») per trasmettere l’idea di una Polizia davvero vicina al cittadino.


E infatti, da uomo pragmatico qual è («Sono cresciuto sulla strada, nella mia carriera ho fatto tanto ordine pubblico»), dopo le visite istituzionali a prefetto e sindaco, ieri si è subito messo in macchina per girare la città, anche di notte. «Voglio vederla a fondo, conoscerne le dinamiche, le bellezze e le criticità», dice. Menziona più volte piazza del Papa, affronta di petto il tema dei bulli in centro. «Voi le chiamate baby gang e mala-movida, io preferisco parlare di disagio giovanile», precisa subito. Un fenomeno che va studiato e affrontato «anticipando i problemi, attraverso un’analisi preventiva. La Polizia deve arrivare prima, non dopo. Per questo occorre saper cogliere in tempo le minacce. Come? Attraverso il presidio e il controllo del territorio». Che non significa semplicemente repressione «perché la denuncia per danneggiamento o per ubriachezza non sposta nulla». Serve uno scatto di qualità. «Agire sul decoro urbano e contro il degrado»: ecco la strategia da perseguire. 


Il riferimento è il bene pubblico. «La vivibilità di un territorio è fondamentale - sostiene -. Non possiamo rispondere alla percezione di insicurezza dei cittadini con le statistiche: a chi ha subito una rapina non interessa nulla che i reati siano in calo.

Sono altre le risposte che dobbiamo dare. Un parco pulito, una piazza in ordine, trasmettono sicurezza e allontanano i malintenzionati». Capocasa dovrà fare i conti con una questura declassata tre anni fa in terza fascia e, dunque, a corto di divise. La carenza, però, non frena le idee del nuovo capo di via Gervasoni. «Verificherò le risorse a disposizione e farò il possibile per ripristinare il poliziotto di prossimità, quello che gira nei quartieri, lascia il suo numero ai commercianti, presta ascolto ai cittadini: una figura smarrita che va assolutamente recuperata. Così si fa prevenzione».

Servendosi degli occhi elettronici («La videosorveglianza e la georeferenziazione sono fondamentali per scovare i responsabili dei reati e localizzarli») e dell’aiuto dei cittadini, «attraverso il controllo di vicinato che avvieremo nelle periferie e nelle frazioni: non ronde - precisa Capocasa - ma chat tra abitanti e polizia». Emerge chiaro un disegno di «sicurezza partecipata che non può prescindere dalla vigilanza privata nei locali pubblici e nelle zone industriali, attraverso consorzi di aziende, per garantire un maggiore controllo del territorio in un’ottica di collaborazione con le forze di polizia che non possono certo arrivare dappertutto».

Pugno di ferro contro i locali fuorilegge («Quelli che creano problemi vanno chiusi»), dialogo con i no Green pass del porto («Va garantito il diritto di manifestare, nei limiti del consentito»), severità contro i clandestini: «Delinquono per necessità, sono destabilizzanti per la sicurezza pubblica, dunque vanno scovati e rimpatriati». Si preannunciano controlli a tappeto contro gli stranieri-fantasma, in città come nell’hinterland. «Sarò il questore della provincia e dei cittadini», promette Capocasa. 

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