ANCONA Non si tira indietro, Emma Capogrossi. «Se avessi potuto mettere a disposizione l’Ostello della Gioventù di via Lamaticci ad Ancona l’avrei fatto subito. All’istante». L’assessore dorico ai Servizi sociali entra nel batti&ribatti della mancanza di alloggi per sistemare i richiedenti asilo. Lo ribadisce: «L’avrei fatto subito, ma a quella struttura da 30 posti letto mancano i requisiti di agibilità, le certificazioni per la sicurezza sismica e quelle per l’anti-incendio». Passaggi tecnici, dice lei, che sono elementi d’una trama involuta: «Quel complesso - ricorda - è parte di uno stabile abitato da privati cittadini, quindi i tempi per metterlo in regola si allungano. A dismisura». Torna a battere su un punto, rovente: «Nel caso, quel ricovero, l’avrei usato anche per ciò che riguarda le mie competenze». Le ricorda: i senza fissa dimora e i migranti.
L’azione
Non ridimensiona l’appello lanciato dal prefetto Darco Pellos - «chi ha alloggi disponibili accolga i richiedenti asilo» - piuttosto riordina i fattori, l’assessore. Codifica i piani d’azione che dovrebbero garantire accoglienza e dignità a chi in Italia, e nelle Marche, arriva in cerca d’un riscatto sociale. Soprattutto umano. Invita a ripassare le cifre, che scorrono sulla pelle viva: sono 195 i rifugiati sistemati nel capoluogo, nelle strutture di competenza della Prefettura, e 927 in tutta la provincia, compresi i molti ucraini in fuga dalla guerra.
Le sistemazioni
Riprende il filo del ragionamento, la Capogrossi. «Noi come Comune siamo responsabili dei senza fissa dimora. Venti sono alla pensione Cantiani, a Vallemiano: la gestione è diretta, garantita dai nostri servizi, e paghiamo l’affitto». Una sistemazione che è l’alternativa alla soluzione dell’ex Benincasa, degradato e in zona frana. «Altri otto uomini vivono in coabitazione». Sempre per rispettare il proprio campo d’azione, l’assessore ricorda i 110 migranti ai quali offre ospitalità: 68 tra adulti e nuclei familiari sono in alloggi dedicati, affidati all’impegno delle cooperative, 42 minori sono in comunità socio-educative. Esorta: «A ognuno le proprie competenze. Noi per onorare le nostre sul fronte dei senza fissa dimora spendiamo 160mila euro all’anno. I costi per i migranti sono coperti da fondi del Viminale: parliamo di oltre 1 milione». Il prezzo dei moti del cuore.