ANCONA - Affari in calo al porto di Ancona. Pochi turisti e misure troppo restrittive preoccupano i gestori dei locali. Tanto che gli operatori si stanno confrontando per formulare una richiesta di riapertura della portella Santa Maria e il ripristino dell’accesso alle auto per i clienti dei ristoranti.
A mettere in subbuglio gli esercenti del waterfront dorico, in particolare quelli situati nel tratto demaniale compreso tra la zona imbarchi e il porto antico, è l’ordinanza emessa dall’Autorità di Sistema Portuale con cui si vieta l’accesso a biciclette (eccetto lavoratori del porto), monopattini, skateboards e anche alle auto pur trattandosi di clienti dei ristoranti.
La protesta
L’ordinanza entrata in vigore lo scorso 16 giugno ha avuto ripercussioni immediate: calo dell’affluenza tra gli avventori dei locali del porto e la conseguente protesta degli esercenti. «Così ci ammazzano, sembra un lockdown - lamenta Andrea Manganelli, titolare del bar ristorante Manganelli - vogliamo parlare con le autorità cittadine per chiedere la riapertura della portella e l’accesso delle auto per i nostri clienti». Infatti prima bastava consegnare alla vigilanza posta al varco di accesso principale il pass che veniva timbrato dal ristoratore, ciò permetteva all’utente di entrare e uscire dal porto con l’automobile. «Adesso che non è più possibile ho dimezzato l’affluenza - dice Nadia Angeloni, titolare della trattoria Irma - Sabato scorso a pranzo ho avuto un solo cliente. Non è possibile andare avanti così. Per non parlare della sera, qui non si vede più nessuno». Secondo gli operatori l’altro deterrente è la chiusura del varco di mezzo, ovvero la Portella Santa Maria che facilitava l’accesso ai ristoranti per chi proviene dal centro storico. «Tra i nostri clienti ci sono anche adulti ed anziani che rinunciano ad arrivare fin qui se sono costretti a dover camminare - continua Andrea Manganelli - per noi è un danno enorme». «Ho ricevuto anche qualche disdetta da parte di chi, non riuscendo a trovare parcheggio in città, ha preferito annullare la prenotazione - replica Nadia Angeloni - dopo un anno di difficoltà dovute alla pandemia, ci mancava solo questo».
Il turismo
A completare il quadro, il turismo che ancora stenta a partire. «Siamo ancora a livelli molto bassi, se non zero - commenta Marinella Manganelli de La Bitta - addirittura a pranzo abbiamo deciso di restare chiusi, tanto non gira nessuno». Soluzione drastica che inevitabilmente si ritorce sull’organizzazione interna dei locali. «Purtroppo sono costretta a lavorare col personale ridotto - continua Manganelli - speriamo che la situazione migliori con l’alta stagione». Il flusso delle navi, a detta degli esercenti, non è minimamente paragonabile al passato. «Fino a due anni fa eravamo pieni di turisti che, in attesa dell’imbarco, ne approfittavano per fermarsi a mangiare - racconta Angeloni - adesso, oltre ad essere veramente pochi, non possono oltrepassare le recinzioni per usufruire dei bar e ristoranti del porto. La situazione comincia a diventare insostenibile».