Movida al porto, affari in calo e proteste: «Riaprite la portella, così è un altro lockdown»

Ancona, Movida al porto, affari in calo e proteste: «Riaprite la portella, così è un altro lockdown»
Ancona, Movida al porto, affari in calo e proteste: «Riaprite la portella, così è un altro lockdown»
di Andrea Maccarone
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Sabato 26 Giugno 2021, 08:51

ANCONA - Affari in calo al porto di Ancona. Pochi turisti e misure troppo restrittive preoccupano i gestori dei locali. Tanto che gli operatori si stanno confrontando per formulare una richiesta di riapertura della portella Santa Maria e il ripristino dell’accesso alle auto per i clienti dei ristoranti.

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A mettere in subbuglio gli esercenti del waterfront dorico, in particolare quelli situati nel tratto demaniale compreso tra la zona imbarchi e il porto antico, è l’ordinanza emessa dall’Autorità di Sistema Portuale con cui si vieta l’accesso a biciclette (eccetto lavoratori del porto), monopattini, skateboards e anche alle auto pur trattandosi di clienti dei ristoranti.

Nonché la chiusura della Portella Santa Maria dalle 18,30 alle 6. 

La protesta 

L’ordinanza entrata in vigore lo scorso 16 giugno ha avuto ripercussioni immediate: calo dell’affluenza tra gli avventori dei locali del porto e la conseguente protesta degli esercenti. «Così ci ammazzano, sembra un lockdown - lamenta Andrea Manganelli, titolare del bar ristorante Manganelli - vogliamo parlare con le autorità cittadine per chiedere la riapertura della portella e l’accesso delle auto per i nostri clienti». Infatti prima bastava consegnare alla vigilanza posta al varco di accesso principale il pass che veniva timbrato dal ristoratore, ciò permetteva all’utente di entrare e uscire dal porto con l’automobile. «Adesso che non è più possibile ho dimezzato l’affluenza - dice Nadia Angeloni, titolare della trattoria Irma - Sabato scorso a pranzo ho avuto un solo cliente. Non è possibile andare avanti così. Per non parlare della sera, qui non si vede più nessuno». Secondo gli operatori l’altro deterrente è la chiusura del varco di mezzo, ovvero la Portella Santa Maria che facilitava l’accesso ai ristoranti per chi proviene dal centro storico. «Tra i nostri clienti ci sono anche adulti ed anziani che rinunciano ad arrivare fin qui se sono costretti a dover camminare - continua Andrea Manganelli - per noi è un danno enorme». «Ho ricevuto anche qualche disdetta da parte di chi, non riuscendo a trovare parcheggio in città, ha preferito annullare la prenotazione - replica Nadia Angeloni - dopo un anno di difficoltà dovute alla pandemia, ci mancava solo questo». 
Il turismo 
A completare il quadro, il turismo che ancora stenta a partire. «Siamo ancora a livelli molto bassi, se non zero - commenta Marinella Manganelli de La Bitta - addirittura a pranzo abbiamo deciso di restare chiusi, tanto non gira nessuno». Soluzione drastica che inevitabilmente si ritorce sull’organizzazione interna dei locali. «Purtroppo sono costretta a lavorare col personale ridotto - continua Manganelli - speriamo che la situazione migliori con l’alta stagione». Il flusso delle navi, a detta degli esercenti, non è minimamente paragonabile al passato. «Fino a due anni fa eravamo pieni di turisti che, in attesa dell’imbarco, ne approfittavano per fermarsi a mangiare - racconta Angeloni - adesso, oltre ad essere veramente pochi, non possono oltrepassare le recinzioni per usufruire dei bar e ristoranti del porto. La situazione comincia a diventare insostenibile».

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