Ancona, aggressione davanti al Sui
Si sfoga la mamma di un altro giovane

Un altro episodio di violenza davanti alla discoteca Sui
Un altro episodio di violenza davanti alla discoteca Sui
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Mercoledì 27 Aprile 2016, 10:00

ANCONA - Come ha letto del 19enne colpito da una bottigliata alla testa da uno sconosciuto fuori dal Sui Club di Marina Dorica, all'alba di domenica, il suo pensiero è andato subito a quel maledetto 14 marzo 2015 quando il figlio Emanuele, che oggi ha 28 anni, fu pestato a sangue da un gruppo di balordi solo per aver difeso la fidanzata, apostrofata con qualche parolina poco garbata.

A distanza di un anno Maggie Amatori, la madre di Emanuele, non si dà pace e chiede giustizia adesso che la Procura sta per archiviare il caso senza aver individuato i responsabili.

«E' un miracolo che mio figlio sia vivo, ma ha perso l'udito da un orecchio per sempre - racconta -. Nessuno è stato in grado di rintracciare chi l'ha colpito con quella violenza. Ma noi vogliamo tenere viva la cosa, specie ora che un altro ragazzo è stato picchiato fuori da quella discoteca. Chiedo che le istituzioni rendano quella zona più sicura e che gli inquirenti non si arrendano, ma continuino ad indagare per fare giustizia ed evitare che certi episodi accadano di nuovo. Cosa aspettiamo, che muoia un nostro ragazzo?».
La famiglia Amatori ha incaricato l'avvocato Fernando Piazzola di sollecitare la ripresa delle indagini. Nel frattempo, ha contattato il sindaco Valeria Mancinelli e gli assessori Paolo Marasca e Ida Simonella per sensibilizzare il Comune sul problema della sicurezza nell’area del porto turistico dove si trova il Sui, locale cult della movida anconetana e punto di aggregazione per tanti giovani nel weekend. 

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